lunedì 31 dicembre 2012

Bollettino di navigazione, 31 dicembre, secondo anno in mare



Scrivo in vece dei capitani perché ho fatto una scoperta eccezionale: Black Bart è Babbo Natale! Dicono sia stato visto aggirarsi sulla terraferma in costume rosso e bianco. Non ci credete? E quei rumori di campanelle nel ponte più basso della nave? E quel puzzo di renna che fa sempre? Hai voglia a dire che non si lava... E quella carne di capriolo (dice lui) che ci ha dato il 26 di mangiare cos'era se non renna? Ha fatto sparire le prove, capite?
E il capitano Anne? Oddio, se Black... Vi farò sapere...

La nave procede filando spedita e sicura sul confine tra il nuovo e il vecchio anno, sul limite tra realtà e immaginazione, sul punto dal quale possiamo lanciare sortite dal nostro triste quotidiano nella materia di cui è composta la fantasia.

Nelle ultime due settimane una folla di elementi poco raccomandabili, quasi una squadra di calcio, si è aggiunta alla ciurma. Andate a salutarli, ma con rispetto perchè il branco è sempre pericoloso, in Giuramento.

A parte questa gentaglia, le nave è comunque in fermento nel segno delle sfide.
La sfida de 'Le mille morti dell'uomo delle stelle' si è conclusa con un colpo di scena: i due finalisti a parimerito si sono lanciati in un duello per decidere il vincitore supremo. Si verserà molto sangue? La trovate in Area Contest, dove stano anche per chiudersi le votazioni del quinto contest 'Vasco Rossi, il culo di Belen e il gattocane'; ormai i giochi sembrano fatti, tra colpi di scena, voti che vanno e vengono e chi più ne ha più ne metta. Ma non è detta l'ultima parola.

In Editatemi, oltre a continuare i lavori già in corso, una pirata vuole partecipare a un concorso e sta editando con noi il suo racconto.

E come non chiamare sfida sempre in corso i due lavori di Elisa e Peta in Scrittura assistita?

E come non chiamare sfida la lotta strenua combattuta dal capitano in Spazio autori per venire a capo della votazione del racconto del mese di Ottobre? Beh, è stata persa, tanto da dover rendere nullo il voto. Ma almeno qui ci sono anche quattro nuovi racconti più le puntate di un racconto lungo, se volete leggere e commentare.

E come non chiamare sfida il tentativo di commentare l'attualità dal punto di vista dei pirati con nuove news in News & Rum?

E come non smetterla con questa storia del chiamare sfida? Meglio và.
In Mondo web si è parlato di un paio di siti dove trovare racconti e materiale gratuito, oltre che la raccolta natalizia di Fralerighe. In Esperienze editoriali c'è chi chiede opinioni sul print on demand e su editori senza contributo economico. E si parla di una sorta di un editore che fa progetti di antologie in Editoria amica.
Completano l'opera un nuovo libro recensito in Il libro sul comodino e una nuova classifica in Top 10 romanzi di sempre e tante chiacchiere su ricordi, auguri, Natale e facezie in Taverna.

Bene, come sempre non mancano cose da fare per digerire tutto quel che abbiamo ingollato e ancora ingurgiteremo in queste feste. Ok, leggere e scrivere non è che consumino grandi calorie, ma pelare patate sì :) E allora alzo al cielo la mia sciabola pelatrice e grido: alla via così!


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domenica 23 dicembre 2012

Bucaneve di Yukie

Un racconto di Natale, una piccola perla.
Lo dedichiamo a tutti i lettori di Pescepirata e anche gli amici, gli utenti, i pirati, i matti. Quelli che scrivono e quelli che leggono. Quelli che hanno bambini e passeranno con loro il Natale e quelli che invece andranno fuori con qualcuno a fare casino. Lo dedichiamo anche a quelli che a Natale sentiranno la mancanza di un famigliare che non c'è più. Quelli che hanno disperato bisogno di amore. O di un amico.
Buon Natale a tutti, buon Natale.


Bucaneve

Lucilla aveva cinque anni quando le parole si erano fermate.
Se la ricordava bene quella giornata. La mamma aveva scavalcato la ringhiera del ponte e si era gettata nel vuoto, in un silenzio irreale, spezzato solo dall’impatto col fiume. Gli spruzzi d’acqua si erano levati alti intorno al corpo poi, ripiegandosi come lingue affamate, l’avevano spinto dentro quella gola molle e scura.
Lucilla era rimasta con le manine aggrappate ai tubi della ringhiera fino a quando un uomo le si era avvicinato. Lei avrebbe voluto raccontargli che il fiume si era mangiato la mamma, ma le parole, spaventate, si erano nascoste in qualche anfratto del cuore, dove il frastuono dei battiti copriva tutto.

Erano passati tre anni e non erano tornate. Sentiva di averle ancora, da qualche parte, ma se ne stavano lì, assopite come i bucaneve sotto il manto dell’inverno, in attesa di un raggio di sole che le svegliasse.

– Dammene un altro – borbottò Arturo, allungando sul bancone una banconota spiegazzata.
– Hai bevuto abbastanza, mi pare – replicò il barista.
Con un mugolio irritato Arturo si riprese i soldi e scese, un po’ impacciato, dallo sgabello. Tirò su i pantaloni rossi che gli stavano scendendo e sistemò meglio la gommapiuma sotto la giubba, stringendo la cintura. Poi si calò sulla testa il berretto a punta, facendo ricadere il pon pon sulla schiena. La barba bianca era vera, frutto di dieci anni di incuria.
Nell’uscire dal locale incespicò sui suoi piedi e quasi cadde, scatenando l’ilarità dei pochi presenti.
– Ce la fai Babbo Natale, o dobbiamo chiamare le tue renne a sostenerti?
Senza neanche girarsi, Arturo rispose alzando il dito medio.
Fuori dal locale, l’aria tersa e ghiacciata tagliava come un rasoio. Un colpo di tosse gli fece risalire il catarro in gola; Arturo lo fece gorgogliare in bocca e lo sputò, con un lancio che finì a un niente da un paio di scarpine lucide di pelle marrone. Alzò lo sguardo sui pantaloni di fustagno, il cappottino a quadri, la sciarpa e il berretto di lana che incorniciavano un piccolo viso congestionato, con occhi e bocca spalancati su di lui.
– Beh, che hai? – gli chiese torvo. – Sparisci! – E siccome il bambino non accennava a muoversi gli soffiò contro un – Pfuu – che lo fece scappare urlando: – Mammaaa...
Schifo di lavoro, li detestava i mocciosi. Ma se non accettava incarichi come quello, con la sola pensione non arrivava a fine mese.
La patente gliel’avevano ritirata per guida in stato di ebrezza. Si fregò le braccia per scaldarsi e si incamminò barcollando verso il centro commerciale.

Lucilla la muta, questo era il suo nome in paese.
In un mondo che dà retta a chi grida più forte, il silenzio l’aveva resa un fantasma. Le maestre si avvicinavano a lei solo per consegnarle i fogli delle prove scritte. I compagni le passavano davanti senza dare segno di vederla. Anche in famiglia era lentamente scomparsa. Padre e fratelli si erano abituati alla sua inconsistenza, non tentavano nemmeno più di comunicare con lei.
Per quello era tornata sul ponte, dove la mamma la chiamava con voce di vento e acqua. Pensava che se anche lei si fosse gettata, avrebbe potuto parlare con la mamma per sempre.

– Oh oh oh!

I tre oh gli uscirono in progressione, uno più forte dell’alto. Il velo appannato davanti agli occhi si schiarì in un istante e la lucidità prese il sopravvento perché, porca puttana, era una bambina quella che stava scavalcando la ringhiera del ponte!
Arturo si lanciò in una corsa affannata. Con le mani protese, afferrò la piccola un istante prima che si lanciasse e la tirò indietro, cadendo sulle pietre di granito azzurro con lei in braccio.
Si rialzarono, uno di fronte all’altra, e Arturo la guardò intimidito: cosa diavolo si dice a una bambina che ha tentato di buttarsi nel fiume? Lui non ci sapeva fare coi ragazzini. Ma questa gli sgranava gli occhi addosso in silenzio, doveva pur dirle qualcosa.
Approfittò del costume di scena: – Che regalo vuoi per Natale?

Anche a Lucilla si schiarì la vista, quella del cuore. Capì cos’era andato storto tre anni prima, il gesto che era mancato. Nessuno era venuto a fermare il volo della mamma.
Ma il suo sì, e forse non era una bambina invisibile, se si era accorto di lei perfino Babbo Natale.
– Puoi ridarmi le parole? – Era questo il dono che voleva chiedere. E l’aveva chiesto! La voce era uscita dalla gola, sottile e accartocciata, ma udibile. Le sue parole, come bucaneve, avevano rotto il gelo e mostravano il bocciolo, ripiegato ma pronto a schiudersi.
Babbo Natale l’aveva guardata con stupore, forse si aspettava una richiesta più tradizionale - una bambola o un servizio da the in miniatura - ma aveva esaudito ugualmente il suo desiderio. Lucilla lo abbracciò forte, con il cuore gonfio di gioia, urlando quel – Grazie! – gioioso e sonoro, che finalmente poteva dire; poi si girò e corse via.

Arturo si strinse nelle spalle: non ci aveva capito nulla. Ma almeno la bambina era scappata dalla parte opposta al fiume; se non stava andando a impiccarsi, per il momento era salva. Attraversò il ponte e continuò il suo percorso verso il centro commerciale.
Mezz’ora dopo era seduto su un trono di velluto rosso, accanto a una gigantesca renna meccanica che muoveva la testa e un abete monumentale, addobbato con luci a intermittenza. Gli altoparlanti diffondevano jingle natalizi.
– Come ti chiami, piccola?
– Anna.
– Anna, sicuro. I miei elfi mi hanno detto che sei stata buona quest’anno e che ti meriti tanti regali – recitava Arturo, tirandosi la bambina a sedere sulle ginocchia. – Ti piacciono le caramelle? Prendine una…

Lucilla arrivò di corsa nella piazza del paese e si mise a saltellare intorno alla fontana, folle di allegria e incurante delle persone che si fermavano attonite a guardarla.
Cantava.



Yukie
Giuliana Acanfora



giovedì 20 dicembre 2012

Lettura: eredità preziosa


La lettura, per chi già la ama, è un sommo piacere. Entrare nelle pagine di un libro e farsi trasportare dalle parole, è il più bel viaggio che si possa fare rimanendo fermi nello stesso posto. Non parliamo poi delle sensazioni che provocano la carta stampata sotto le dita, il profumo dell'inchiostro, il fruscio delle pagine. Ma come riuscire a trasmettere questa passione?

Parola d'ordine: prendili da piccoli!
Leggere con i bambini, fin dalla primissima infanzia, ha indubbiamente notevoli vantaggi, per lo sviluppo del pupo. Aiuta a sviluppare la competenza linguistica e cognitiva.
Ascoltando la lettura, si favoriscono inoltre la concentrazione e la riflessione. E come scordare la musicalità delle filastrocche? Fondamentale il ritmo, come aiuto alla memorizzazione: ancora oggi, per ricordarmi quanti sono i giorni del mese, ricorro a 30 dì conta Novembre, con April , Giugno e Settembre...
Ingrediente necessario per creare l'atmosfera di magica complicità fra lettore e spettatore, è il divertimento.

Il verbo leggere non sopporta l'imperativo. (Pennac)
Il primo consiglio quindi è di leggere con piacere. Può essere estenuante rileggere sempre le stesse cose, tuttavia è di aiuto al bambino per comprendere meglio la storia, che magari vorrà poi raccontare con le sue parole. Se invece si ha a che fare con ragazzi più grandi, è opportuno lasciare a loro la scelta di cosa e come vogliono leggere. Buona norma sarebbe instaurare una visita settimanale in biblioteca, senza però imporre i propri gusti o i propri giudizi. Ricordo quando a 11 anni ho voluto cimentarmi ne "I promessi sposi": l'avevo più o meno apprezzato, ma avevo capito meno della metà di ciò che era scritto... Eppure la libertà di leggere qualcosa di "più grande di me", era inebriante.

Una tecnica si può imparare a scapaccioni: così la tecnica della lettura. Ma l'amore per la lettura non è una tecnica, è qualcosa di assai più interiore e legato alla vita, e a scapaccioni, veri o metaforici, non s'impara. (G. Rodari)
Non è necessario drammatizzare ogni scena e "fare la voce" per ogni personaggio. L'importante è che la lettura proceda in modo chiaro e con la giusta velocità, lasciando il tempo a chi ascolta, di formarsi delle immagini mentali di ciò che si sta leggendo. L'ambiente rilassato e confortevole, senza fonti luminose troppo intense o distrazioni sonore, è la base per poter entrare nel mondo incantato creato dalla lettura. Uno spazio dedicato a questa attività, diversa dal gioco, aiuta a rendere ancora più speciale il momento delle "coccole letterarie".

Un capolavoro letterario non è altro che un vocabolario in disordine. (J. Cocteau)
La lettura, per chi già la ama, è un sommo piacere. E come tale, ci si deve rapportare ad essa con leggerezza, cercando di trasmettere il diletto, senza appesantirlo con giudizi assoluti o imponendo solo il proprio modo di vedere le cose. Quei graffi sulla pagina, riempiti di inchiostro, sono i gradini che usa la mente per poter volare: non hanno bisogno di ringhiere o barriere.

per chi volesse approfondire:
Nati per leggere :http://www.natiperleggere.it/
Leggere e capire: http://www.unifi.it/mcpasn/eric_carle/Leggere%20e%20capire.pdf



Barbara
Pescepirata.it 


Lo stesso argomento sul forum, qui.



mercoledì 19 dicembre 2012

Votazione 5° contest letterario Pescepirata

Si votano i 24 racconti in gara per il 5° contest di pescepirata.

Regolamento votazione:

- possono votare tutti gli utenti iscritti, non saranno tuttavia ammessi voti di utenti con medesimo IP (ergo: siamo sportivi suvvia, non barate!)
- si possono dare 2 (due) voti per ogni utente
- i voti vanno dati insieme, non si possono dare in momenti diversi, una volta data la conferma non si potrà dare il secondo voto se ne avete dato solo 1
- se vi sbagliate a dare i voti, amen. Scusate ma non è possibile aggeggiare nel database: state attenti a non sbagliarvi.
- i racconti che hanno usato più chiavi hanno i 2 punti in più messi da noi (nel caso rileviate errori segnalatecelo)
- nel caso di racconti arrivati a parimerito sceglierà lo staff quale premiare in base alle proprie valutazioni (insindacabili). Questo per evitare di fare 15 magliette per exequo (e bancarotta).
- si possono, contestualmente ai voti, dare giudizi ed esprimere le proprie preferenze, ma non condizionate la gara. Ricordate che qualcuno potrebbe rimanerci male per una critica.
- per noi avete già vinto tutti, sia che riceviate molti voti o pochi (chissenefrega).


N.B.. Abbiamo formattato tutti i testi con medesime regole. Pagina A5, font Times New R 12. Abbiamo anche creato i pdf. Consigliamo di leggere i testi sistemati per non farsi condizionare da cattive formattazioni.
Ci sono 2 racconti "fuori concorso" (Consiglio e Robbo) perchè hanno sforato ampiamente il limite di caratteri. Per noi sono da leggere e saranno comunque oggetto di selezione per l'antologia (quando e se).


LA VOTAZIONE SI CHIUDERA' A FINE DICEMBRE.

Buona lettura

Questo il posto in cui esprimere il voto sul forum.

lunedì 17 dicembre 2012

Bollettino di navigazione, 17 dicembre, secondo anno in mare



Scrivo in vece dei capitani perchè ormai è Natale! Siamo tutti più buoni, sicchè...

La nave procede su un mare di sciroppo dolce, sollevando onde di zucchero filato sospinta dal vento freddo che porta l'odore di panettone appena cotto.
Dalla cambusa vengono gioiosi canti di Natale dei membri della ciurma travestiti da elfi che preparano caramelle, cioccolate, biscotti e rum dolce al sapore di lampone.

Tutta 'sta roba da magna' avrà attratto i quattro nuovi imbarchi: salutateli con un gioioso canto piratesco natalizio in Giuramento.

A pranzo, tra tortellini, cotechino e purè (in quantità), in Taverna si è parlato della grande novità del prossimo anno, l'Associazione Culturale PescePiratA! Andate a dire la vostra.

Come vedete, tra avanzi di pandoro a merenda, cenette con capitone e dolci al mascarpone, salamini e vin brulè preprandiali, l'attività non è mancata:
Il contest 'Vasco Rossi, il culo di Belen e il gattocane' è appena finito, ora tocca votare ben 25 racconti! Sarà dura, io comincio subito, li trovate in Area contest.
Ancora aperti diverse sfide rapide in Allenamento, comunque.

Finita la trippa al sugo? Annaffiato di grappa? Allora datevi al solito da fare settimanale: in Editatemi almeno tre lavori in corso;
in Scrittura assistita Sempre attivi i romanzi di Peta ed Elisa;
in Spazio autori Almeno sei nuovi racconti da leggere e commentare.

Dopo la merenda di maialino arrosto e dessert di torta Sacher ci si riposa leggendo: uscito il numero 6 crime di Fralerighe, la nostra rivista gemella, in Mondo web;
cinque nuove recensioni in Libri sul comodino, piccoli editori che hanno tanto da dire;
e in Gazzetta dei concorsi Ria ci mostra cosa sa fare coi pennelli parlando di un concorso per illustratori.

OK, passa quel panettone; mettici dentro il purè avanzato, farcisci di datteri e abbacchio, e le tagliatelle ai quattro formaggi. Intanto in tecnica ci guardiamo l'ultimo spunto di Yukie, poi ci sta la pennichella...

Oh no, Capitano, proprio adesso a lavare il ponte? Ma non ti è venuto il diabete con tutto questo parlare di mangiare? Accidenti, speravo...
Vabbè, vado, che intanto butto la letterina di Babbo Natale in bottiglia tra i flutti, che non si sa mai che la prossima volta il bollettino lo scrivi te...
Ah, eccolo, lo vedo volare alto nel cielo con le sue renne! Ma, sta parlando, dice qualcosa! Aspetta, lo sento... dice... "Alla via così!"

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Appunti di scrittura creativa di Yukie: 7 - La stanza bianca



In narrativa, oltre a conoscere le tecniche che si possono utilizzare, è bene fare anche attenzione agli errori da evitare. Uno di questi è l’effetto “stanza bianca”.
Leggiamo questo dialogo:
“Dottoressa, cerco di condurre la mia vita sociale con discrezione. Al momento non frequento nessuno in particolare.”
“Questo la rende nervoso, Ted?”
“Non più del normale.”
“Che cosa la rende nervoso?”
“Nervoso? Non saprei rispondere a questa domanda. Le solite cose che rendono nervosi tutti. Il costo della vita, quando il bambino si ammala…”
Abbiamo due persone che parlano: Ted e una dottoressa. Capiamo che il rapporto tra i due è piuttosto formale, si danno del lei e Ted risponde senza ribellarsi alle domande inquisitorie della dottoressa. Ma dove ci troviamo: in uno studio medico, in tribunale, in un talk show televisivo? Non si sa.

L’effetto stanza bianca avviene quando i personaggi parlano “in mezzo al vuoto”, quando il lettore non ha sufficienti elementi per collocarli in un’ambientazione.

In realtà il brano precedente è un estratto del libro di Avery Corman “Kramer contro Kramer” a cui ho volutamente tolto i riferimenti spazio/temporali. Questo è l’estratto nella sua interezza:
Il giudice nominò due psicologi incaricati di esaminare le case e le personalità delle parti in causa. Una sera di un giorno feriale arrivò nell’appartamento di Ted una signora paffuta sui quarant’anni, che non sorrideva mai.
(…)
“Dottoressa, cerco di condurre la mia vita sociale con discrezione. Al momento non frequento nessuno in particolare.”
“Questo la rende nervoso?”
“Non più del normale.”
“Che cosa la rende nervoso?”
“Nervoso?”
La sua presenza, il processo, Joanna, il suo avvocato, il giudice, il fatto di essere giudicato sulla parte più importante della mia vita.
“Non saprei rispondere a questa domanda. Le solite cose che rendono nervosi tutti. Il costo della vita, quando il bambino si ammala…”
“Benissimo. Vorrei parlare con il bambino, se permette. In privato.”
Proprio sulla porta della sua camera, Billy stava costruendo una metropoli…
Adesso, pur essendo un frammento, è molto più completo: sappiamo che la conversazione si svolge a casa di Ted e che dal suo esito dipenderà l’affidamento del figlio Billy.
È importante che sia sempre chiara la collocazione dei personaggi, altrimenti la conversazione rischia di passare in secondo piano, perché il lettore passa il tempo a domandarsi dove diavolo si trovano. E se non riesce a immaginarlo non potrà entrare veramente nella storia e “viverla” come se fosse reale.
Vediamo un altro dialogo:

“Attento Billy, un’astronave ci attacca da destra!”
“Maledetti alieni! Ora gliela faccio vedere io. Prendi questa bomba, mostriciattolo.”
“Ben fatto, l’hai distrutta.”
“Arriva un altro gruppo di astronavi nemiche, pronto a combattere Mike?”

Ok, nemmeno qui ci sono riferimenti ambientali, ma dal dialogo possiamo evincere che i due si trovano a bordo di un’astronave e sono impegnati in una battaglia contro gli alieni. Giusto?
Sbagliato. Perché la scena prosegue così:

“Ancora davanti a quella playstation? Spegnetela, che vi frigge il cervello, e andate a giocare a pallone.”
“Ancora un minuto mamma, abbiamo quasi superato il secondo livello.”

Ecco, l’ambientazione è arrivata, ma è tardiva. Perché eravamo convinti di volare con due eroi dello spazio e trovare due ragazzini seduti sul divano ci spiazza. Non è che non si possa fare (non esistono divieti in narrativa) ma bisogna farlo con criterio. Se il dialogo “fuorviante” si limita alle battute scritte sopra può essere ancora accettabile, ma se prosegue così per pagine e pagine e solo alla fine scopriamo che è tutto un gioco, rischiamo di giocarci anche il lettore, che si sentirà preso in giro e non sarà più disposto a seguirci nella storia che gli raccontiamo.
Quindi attenzione all’effetto “stanza bianca”: cerchiamo di tratteggiare sempre l’ambientazione dove si muovono i nostri personaggi. Bastano anche pochi elementi, l’importante è che il lettore sappia cosa immaginarsi.

Esercizio: Riprendi questo dialogo e inseriscilo in un contesto.

“E adesso, come hai intenzione di muoverti?”
“Ci devo pensare. Non è facile, ma non mi do per vinto.”
“È l’atteggiamento giusto. Ma non so se questa volta ti servirà.”
“Questo lo vedremo. Ho ancora delle carte da giocarmi.”




Yukie
Pescepirata.it 


Lezione nr 1
Lezione nr 2
Lezione nr 3
Lezione nr 4 
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Lezione nr 6

venerdì 14 dicembre 2012

Recensione di "Airbag" di Gianni Solla

Recensione di "Airbag" di Gianni Solla



AIRBAG
di Gianni Solla


AD EST DELL'EQUATORE
Prezzo: € 8,90
EAN: 9788895797014
Pagine: 136






Maurizio sfonda le cose. Pendono a suo carico due denunce. Il certificato di una clinica che tratti il suo caso sarà utile, sostiene il suo avvocato, nella sentenza fina del processo. Per questo motivo e dopo aver distrutto il monitor del computer a calci, si ricovera spontaneamente nella Casa dell’equilibrio dove rimane poche settimane.

Poi un vuoto di sei anni. Ritroviamo Maurizio così come lo abbiamo lasciato: programmatore in una software house; abita una casa vuota, ogni tanto ne sfonda un pezzo a calci o a pugni; mangia barrette industriali da cui trae ‘sensazioni di calore’; fa uso di cerotti alla nicotina come rituale per esorcizzare l’insicurezza. Il suo dolore è rimasto impermeabile e la sessualità difficile. Ha un fratello paralizzato in seguito a un incidente stradale a cui porta una squillo una volta al mese. Per un guasto alla linea telefonica intercetta le telefonate degli abitanti del quartiere e finisce per interessarsi alla vita di una donna, Viviana, obesa e vittima della violenza del marito, incapace di reagire per paura di restare sola e per questo unica persona capace di comprendere il dolore di Maurizio.

Il suo interesse, ossessivo, si spinge fino a seguirla e incontrarla.

Gianni Solla, blogger di Hotel Messico, ha scritto questo romanzo in prima persona, si ha però la sensazione che il protagonista si osservi dall’esterno come se guardasse il film della propria vita. E con una scrittura asciutta, senza fronzoli e frasi dall’effetto ipnotico, è capace di toccare le corde del lettore fin dalle prime pagine.


Recensione di Elisa.
pescepirata





La pagina del romanzo sul sito dell'editore.

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giovedì 13 dicembre 2012

Recensione di "L'uomo che viaggiava con la peste" di Vincent Devannes

Titolo: L'uomo che viaggiava con la peste
Autore: Vincent Devannes
Neo edizioni - 2012 Prezzo: € 15.00
ISBN: 978-88-96176-12-2
Pagine: 192
Traduzione: Camilla Diez
 


Quarta di copertina:
1950. Un uomo senza nome fugge da un’Europa lacerata dalla guerra per un misterioso crimine commesso. Al di là dell’oceano c’è l’Argentina. Mentre la lotta anticomunista si sta organizzando in tutto il mondo, Albert Dallien – questo il nome che gli verrà dato – comincia la sua nuova vita in una Buenos Aires carnale e impenetrabile, rifugio di criminali nazisti, di traffici e servizi segreti deviati, dove l’unica cosa che conta è scegliere il ruolo da giocare e farlo nel miglior modo possibile.
L’uomo che viaggiava con la peste, partendo da una precisa ricostruzione storica, schizza il ritratto intimo di un’epoca che ha riciclato senza scrupoli la parte più buia della nostra storia. Con uno stile rigoroso e avvincente, Devannes traccia la parabola di un uomo segnato da una colpa oscura e dalla continua negazione della propria identità, quasi fosse lo specchio di un mondo che stentava a trovarne una.

Recensione:
di Franco Casale (Capitano Alatriste)

Interessanti quelli di Neo. E hanno le idee molto chiare su cosa vogliono pubblicare: cerchiamo opere viscerali, amorali, irriverenti, dissacranti, scrivono in calce sul loro sito. E questo L’uomo che viaggiava con la peste di Vincent Devannes di certo viscerale lo è.
Subito una considerazione: se il manuale del bravo scrittore ci suggerisce che l’incipit, ovvero le prime righe che introducono alla storia, deve catturare l’attenzione del lettore e trascinarlo dagli scaffali della libreria fino alla cassa, in questo romanzo tale regola è certamente disattesa.

Ma qui stiamo parlando di un testo complesso nella sua semplicità, ben fuori dai canoni della narrativa di genere e ritengo che la cassa non sia stato l’obbiettivo primario di quelli di Neo nel consegnarcelo. Loro, buon per noi, preferiscono investire in una linea editoriale coraggiosa tesa a fidelizzare un certo, e credo anche vasto, pubblico di lettori che non ne possono più di sentir parlare di sfumature varie e di vampiri innamorati. E questo è già un merito. (date un’occhiata alle loro altre proposte qui http://www.neoedizioni.it/neo/ ; ne vale proprio la pena)

Tutto comincia con lo sbarco di un tale che, pur essendo il narratore, non ci spiega chi è, da dove viene e perché. E se non fosse scritto sulla quarta di copertina, non si riuscirebbe neanche a inquadrare il periodo storico nel quale ci troviamo. È il 1950, e per capire che siamo in Argentina, per la precisione al porto di Buenos Aires, bisogna arrivare alla settima pagina. Bene. Quel tale, appena sceso dalla nave dopo aver attraversato l’oceano Atlantico, ne incontra un altro. Pare che lo stia aspettando. Dalle poche battute che si scambiano cominciamo a scoprire qualcosa: il tale è francese, ha imparato un po’ di spagnolo durante il viaggio, improvvisa un nome, Albert Dallien, e si affida all’altro tale che lo porta in un caffè dove incontrano un prete. Questi gli chiede se ha una certa lettera di presentazione quindi lo accompagna da una persona importante che diventa il garante della sua nuova vita senza fare troppe domande.

Così cominciano le vicende del presunto Albert Dallien in terra d’Argentina. E comincia anche la nostra avventura di lettori, un po’ disorientati, un po’ curiosi, alla ricerca di un filo narrativo rassicurante che ci permetta di capire che cosa ci sta a fare Albert Dallien in Argentina e perché è presunto, chi è la persona importante che gli fa da garante e da chi è stata inoltrata quella lettera di presentazione.
La storia si dipana lentamente, magari con un po’ di indolenza, lasciando qualche indizio qua e là, e ci costringe a rileggere per far collimare tempi verbali e salti temporali. Lo stile è asciutto, caratterizzato da pennellate descrittive rapide e intense, ora d’impressione, ora d’espressione. Vediamo solo quello che chi racconta ci fa vedere, tutto il resto è fuori fuoco, come fosse marginale. Ci vuole attenzione per mettere a posto i tasselli di una narrazione frammentata e funzionale allo stato d’animo del protagonista che dipinge cose, situazioni e persone con i colori di un distacco a volte irritante. Non si avverte passione in Albert Dallien. Le rare tracce di sentimento vero sono annacquate da un fosco senso di solitudine che fa intendere il fardello di una colpa non espiata. E le poche volte che cede alla tenerezza lo fa con quella equivoca accettazione che lo caratterizzerà per tutto il romanzo. Vorremmo provare a innamorarcene, ma lui ci disillude, sempre, con un disincanto che forse non gli appartiene, ma che comunque vive e ci impone, senza mezzi termini. Non è lui l’eroe, ci dice, anzi, di eroi, attorno a lui, non ce ne sono proprio.

Ma non vorrei svelare troppo le vicende narrate perché è bene che il lettore, come ho fatto io, si cali a suo modo nel mondo di Albert Dallien, immigrato clandestino, medico illecito, informatore, faccendiere e altro ancora, e viva le vicissitudini della sua nuova esistenza con le proprie aspettative emotive. La storia è importante, e racconta di puttane e papponi arricchiti, di scaltri funzionari e governi complici, di complotti internazionali, di trafficanti di ogni genere, di guerriglieri idealisti, di rifugiati nazisti riciclati e protetti da un sistema corrotto che funge da grande lavatrice. Tutti attori, noti o meno noti che siano, che recitano la loro parte in quel certo dopoguerra ricco di intrighi e miserie all'ombra della minaccia comunista.
E al centro di tutto lui, il nostro Albert, con un soprannome, il cane di Châtellerault, che è l’unico residuo di un passato occultato anche a se stesso, e quindi a noi, che rimaniamo in attesa. Finché capiamo che tale attesa è la chiave di lettura che aspettavamo.
In un gioco di ruolo che viene perseguito con cauto opportunismo, Albert Dallien ci racconta di quelle miserie, senza sconti, lungo un percorso di riscatto che affronta quasi con candore partendo dai bassifondi di Buenos Aires, defilandosi all’apparenza dal contesto di degrado sociale e morale nel quale si muove. E non ci rivela il suo mistero.

- Se incrocio uno specchio, non ho alcun ricordo di colui che ha utilizzato quella faccia prima di me. -

Chi è stato Albert Dallien prima di arrivare in Argentina? Cosa avrà mai fatto per essere costretto a espatriare clandestinamente? E perché nel suo racconto non c’è traccia di quei fatti?
Tutto su di lui rimane sospeso in attesa di una rivelazione. Gli eventi sono raccontati solo guardando avanti. Come se, attraversando l’oceano, Albert avesse varcato la soglia di una dimensione che ha sostituito la precedente e lo ha visto rinascere, come uomo nuovo, in un mondo nuovo.

- Sull’Atlantico il cambiamento d’emisfero è sorprendente. Le sere in cui ti annoi guardi il cielo, finché una notte non scorgi la Croce del Sud: l’immutabile è mutato. Ed è un cambiamento continuo, perché muta la misura stessa delle cose. -

Con una scrittura abile nel cambiare registro emotivo all’occorrenza e una rara capacità introspettiva, Vincent Devannes ci regala l’affresco di un’epoca controversa senza giudicarla, lasciando a noi, da bravo cronista, il compito di farlo.
Menzione speciale alla cura dell’edizione da parte di questa giovane e agguerrita Casa Editrice: una raffinata grafica di copertina e neanche un refuso di stampa. Il piacere di leggere un bel libro è anche questo. E non è da tutti.


Qui la stessa recensione sul forum con annessa discussione.

mercoledì 12 dicembre 2012

Appunti di scrittura creativa di Yukie: 6 - Il crogiolo



Sappiamo (lo sappiamo, vero?) che a muovere una storia è sempre il conflitto. Una storia in cui dall’inizio alla fine tutto va bene e tutti sono felici, da leggere sarebbe una noia mortale. Ci vuole azione per creare interesse e questa è data dal conflitto.
Il conflitto nasce da un desiderio del protagonista, che viene ostacolato nella sua realizzazione dall’antagonista. È il conflitto che coinvolge il lettore e lo induce a proseguire, per sapere se e come il protagonista realizzerà il suo desiderio. Più sono gli ostacoli lungo il cammino, più sarà interessante scoprire quali azioni intraprenderà per superarli.

Ebbene c’è un modo per inasprire il conflitto e questo modo si chiama CROGIOLO
Il crogiolo è la costrizione, fisica o psicologica, che obbliga i personaggi a stare assieme nonostante i loro desideri.
Protagonista e antagonista si odiano ma, naufragati su un’isola deserta insieme alla donna che entrambi amano, si trovano costretti a cooperare per sopravvivere. Questo sì che è interessante! La forzata collaborazione dà modo all’autore di approfondire la psicologia di entrambi: i rapporti come si evolveranno? I loro gesti saranno leali o uno dei due cercherà di sopraffare l’altro? E con la donna amata come si comporteranno?

Il crogiolo si manifesta bene quando gli antagonisti si trovano, loro malgrado, costretti a condividere lo stesso spazio vitale: la stessa cella in prigione, la stessa stanza in collegio, la stessa nave in balia di una tormenta…

Ma ci sono anche altre situazioni che creano il crogiolo: quando ad esempio tra i due nemici si mette in mezzo un terzo che li ostacola entrambi. O quando la sopravvivenza di uno è strettamente legata a quella dell’altro. Pensate a Dottor Jekyll e Mister Hide: in questo caso i due antagonisti convivono nella stessa persona!

Esercizio: Provate a inventare una situazione in cui sia presente un crogiolo.
Yukie

lunedì 10 dicembre 2012

Bollettino di navigazione, 10 dicembre, secondo anno in mare



Scrivo in vece dei capitani perché... Temo per la mia vita. Ho freddo, ho paura... Ieri sera, quelle voci, quelle luci; voi le avete viste? Io sì, e adesso... Cosa posso fare? Dovete aiutarmi... Anzi no, fuggite, finché potete... Io...

Questa settimana è con questa angoscia nel cuore che vi dico che la nave veleggia con un'apparente tranquillità nonostante il mare sia a tratti coperto di gelo. Nuovi imbarchi non ce ne sono stati. Sarà un segno dell'imminente fine?

Resta comuque da darsi da fare per non pensare alla disperazione che aleggia nell'animo: intanto è agli sgoccioli il nostro contest vincimaglietta "Vasco Rossi, il culo di Belen e il gattocane", in Area contest; ultimi giorni per partecipare. Lì c'è anche da votare il miglior racconto de "Le mille morti dell'uomo delle stelle": votate anche se non avete partecipato (davvero, se no vinco io; ci dev'essere qualcosa che non va nelle votazioni fino ad adesso). Poi manca poco anche per l'elezione del miglior racconto del mese di novembre in Spazio autori; lo so, sono tanti, ma hanno il pregio migliore dei miei racconti: sono corti.
Sempre in spazio autori potete leggere due nuovi lavori, più la conclusione del giallo parigino a puntate.

Il terrore ancora aleggia: proviamo con un concorso (con premio a dobloni) in Gazzetta dei concorsi; oppure con il bestiario fantastico in Scrittura collettiva; se no in Allenamento c'è il "racconti di note" che ha ripreso vita.

Oppure editare due nuovi lavori in Editatemi, o i lavori sempre in corso di Peta ed Elisa in Scrittura assistita? Ohhhhh, come soffro; sarebbe stato meglio non tia vessi mai conobbi (cit.)

Potrei fuggire da questa nave, che mi blocca il cuore, l'anima, le membra... in Festival si parla di un reading a Padova... Ma no, tutto è perduto, lo so. Mi troverò un angolo fetido in cui raggomitolarmi in posizione fetale ad aspettare l'inevitabile. Giusto il tempo di andare in tecnica ad aspettare il nuovo spunto di Yukie, da non perdere prima della dipartita finale.

Visto il mio stato d'animo, a questo punto, vi aspetterete io non dica più nulla. E invece vi frego tutti, e in punto di dipartita sussurro mesto mesto: alla via così!

Addio.


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lunedì 3 dicembre 2012

Bollettino di navigazione, 3 dicembre, secondo anno in mare



Scrivo in vece dei capitani perchè stanno cominciando a millantare scuse sempre più improponibili: salta fuori che questa settiamana Anne è all'estero (e a questa ci posso anche credere), ma addirittura che Black ha degli impegni di lavoro (AHAHAHAHAHAHAHAH, Black, sei davvero una sagomaccia!). Quando mi fanno così ridere non posso fare a meno di volergli bene.

Questa settimana il nuovo equipaggio si è dimostrato all'altezza: non sono tutti spariti come al solito una volta ritirato il doblone di anticipo sul primo mese (a proposito, capitani, sicuro che sia saggio pagare il primo mese in anticipo? Ah, i dobloni li fate con le patate schiacciate che peliamo di continuo? Adesso capisco molte cose). Quindi anche questa settimana si fila via veloci come la penna di Bruno Vespa.

Ma due nuovi imbarchi non mancano, salutateli con uno Jodel (visto il vento ghiacciato) in Giuramento

Questo mese poche chiacchiere: se avete freddo e vi trovate in Taverna potrete sentire parlare di esperienza, del perchè il pesce è stato rosa e di amenità varie.

Invece è stata una settimana di grande attività: in Area contest, oltre al contest 'Vasco Rossi, il culo di Belen e il gattocane' tutt'ora in corso, si è chiusa la sfida 'Le mille morti dell'uomo delle stelle', per il quale è attiva la votazione.

In Allenamento abbiamo rispolverato una vecchia sfida (o almeno così era nata) riguardo la scrittura di un racconto a partire dalla musica. In Scrittura collettiva si propone un bestiario fantastico e in Spazio autori accanto a due nuovi racconti da leggere si propone un racconto di sei parole, oltre a essere attiva la votazione per il racconto del mese di ottobre. Chi vincerà?

E ancora in Scrittura assistita sempre attivo il romanzo di Elisa, cui si affianca quello di Peta. Continuano inoltre le discussioni sul primo romanzo finito in collaborazione con il forum, un'esperienza di indubbio interesse.

Insieme a quattro nuovi Libri sul comodino recensiti (più o meno), rimangono a questo punto in tecnica gli spunti di Yukie, il nuovo che arriverà come i vecchi che attivano sempre sempre nuove discussioni.

Fatto? Votato? Non vi abbiamo nemmeno chiesto due euro, visto? Siamo o non siamo la nave più generosa dei sette mari? Siamo o non siamo i più famelici pirati letterari del web? I più sacripanti, reprobi, mendaci, iniqui filibustieri? Solo perchè siamo gli unici? Non è vero! Ma siamo gli unici a gridare: alla via così!

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lunedì 26 novembre 2012

Bollettino di navigazione, 26 novembre, secondo anno in mare



Scrivo in vece dei capitani perchè se non comincio così poi Peta si sconvolge e siccome è in dolce attesa non è il caso. Ma appena nasce il piratino... eh eh eh... non sapete cosa vi aspetta... altro che vermiculite...

Questa settimana il vascello conferma la sua nuova formazione dopo il mercato di fine anno. C'era un'offerta 3x2 di pirati al supermercato dell'isola di Tonga, così il capitano ha pensato di rinnovare la ciurma: ha cacciato qualche vecchio pirata in dei barili, mentre era sbronzo, e ci ha scritto sopra 'sardine'. Poi li ha scambiati per torte con dentro belle figliole compiacenti. Quando ha aperto le torte ne sono usciti energumeni dal cappello e i baffoni, falconieri e franceschi e pigidi. Il capitano li ha comunque arruolati nella cabina da pole dance e danza del ventre in fondo al vascello, ma questa è un'altra storia. Brutta, anche.

Salutate i nuovi venuti con un "Ahrrrrr!" in Giuramento.

Lo so che, dannati beoni dall'alito ammazzakraken, vi cacciate tutti in Taverna appena potete. Lì si è parlato dell'iniziativa regala un racconto per natale, del perchè il pesce adesso è rosa e di tanto altro. Si è anche parlato di Pisa in Festival.

Quando il capitano vi becca e vi caccia fuori, c'è da leggere in Libri sul comodino quattro nuove recensioni (o pseudo tali), e tre nuovi racconti in Spazio autori.

Prende sempre più forma il Scrittura assistita il romanzo di Elisa, dovremmo essere già a metà!

Per quanto riguarda nuovi progetti invece, in Scrittura collettiva c'è stato uno spunto su un contest sul libro game che è sfociato in una discussione sulla scrittura collettiva (argomento che torna fuori ciclicamente, prima o poi riusciremo a combinare qualcosa di concreto, io non mollo se non mi buttano a mare prima... e sappiate che sono anche un buon nuotatore).

Il V contest "Vasco Rossi, il culo di Belen e il gattocane" è invece bello attivo in Area contest, c'è ancora tempo, avanti pirati! Onore e gloria al vincitore!

Beh, adesso come tutte le settimane lasciatemi in pace che devo andare in tecnica dove, oltre a un pirata che chiede consigli su come descrivere un combattimento, sta per arrivare il nuovo spunto di Yukie. Siamo in doppia cifra, ormai!

Quindi, concludiamo: suggerisco ai capitani di evitare di appiopparmi malattie stravaganti, che su una nave isolata e sperduta in mezzo al mare non è una cosa furba. Lo so che il capitano Anne si è procurata nell'ultimo arrembraggio alle coste del Madagascar una tuta anticontaminazione NBC, ma io gli ho fatto un buchino, sicchè (come direbbe lei)... Capitano avvisato fa buon brodo. Alla via così!

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lunedì 19 novembre 2012

Bollettino di navigazione, 19 novembre, secondo anno in mare



Scrivo in vece dei capitani perchè... bzzz... non ricevo... riprova e controlla... (non lo sapete che sono un automa?)

La nave continua a filare come il vento che sferza sulla faccia la pioggia ormai fredda d'autunno. Hai voglia a dire ai capitani di fare rotta verso le Bahamas.

Questa settimana due nuovi imbarchi e una reincarnazione che ci fa molto piacere. Ululategli le vostre peggiori ballate piratesche in Giuramento.

Le solite chiacchiere ne L'ora del tè dove si riprendono vecchi argomenti, mentre in Taverna si parla di extraterrestri, ereader, programmi e libri game. E non dite che non siamo un forum vario.

Ma parliamo di libri (e affini): tre nuove recensioni in Libri sul comodino. Poi da leggere a palate in Spazio autori: almeno cinque racconti nuovi (tanto più di cinque non so contare), più le prime puntate di un racconto di Contastorie (ex Senzanick) e un nuovo capitolo del libro di Peta.

Si passa poi per il romanzo in Scrittura assistita di Elisa, da leggere e commentare. E via a studiare in tecnica l'ultimo spunto di Yukie sul mezzalogo, più discussioni sull'editing, narratore e punto di vista. Ancora si parla di nuovi contest, libri game e scrittura collettiva in... Scrittura collettiva.

Ma siamo pirati, e viviamo per le sfide. Per cui: ancora in corso il nostro contest 'Vasco Rossi, il culo di Belen e il gattocane' (scusate la parola gattocane), e sta scadendo (ma stiamo aspettando i ritardatari) la nostra sfida 'Le mille morti dell'uomo delle stelle'. In Area contest, solo per voi.

Ho detto tutto? Direi di sì, a parte che la nave pullula di fermento e di nuove proposte. Chissà quali mari ci porteranno a navigare. E allora lo dico o no lo dico? Ma sì che lo dico. No, non lo dico. ... Alla via così!

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venerdì 16 novembre 2012

Intervista ai due capitani di Pescepirata

Anne e Black.

Girovagando per la rete ho incontrato questo forum letterario svalvolato: Pescepirata.it.
Ho quindi deciso di intervistare i due Capitani…

Ci siamo incontrati nella stiva polverosa della nave [dov'è lo sguattero? C'è di che sgridarlo] davanti a due birre doppio malto e un alligatore [no, non la bestia, il drink, sono una pirata di classe, io!].

Lutastyle: Mi sembra francamente stupido chiedere da dove è nata l’idea di PescePiratA. Allora vi chiedo: come vi siete incontrati voi due matti capitani?

Black Bart: Matti a noi? Scherzi vero? Noi siamo dei letterati a modo, non le vedi le facce emaciate da ore passate sui libri in biblioteche dimenticate da dio?
È una storia lunga, siediti. Era da poco finita la baldoria dell’82, tu eri nata? Be’ insomma, c’erano stati i mondiali, l’Italia aveva vinto ma io facevo il tifo per il Brasile… Ma come si fa a fare il tifo per il Brasile l’anno in cui vince l’Italia?! Mentre Anne allora odiava il calcio, più che altro faceva motocross con mezzi abbastanza improbabili… i fratelli erano davvero spericolati! Ecco, per fartela breve… più tardi l’Italia ha collezionato un sacco di sconfitte in un momento che poteva massacrare chiunque. E Sacchi chi l’aveva messo in nazionale?! Anne intanto si drogava, roba di poco conto. Primi amori… solite cose. Ah la ninfomania! Primavera, estate, e poi di nuovo primavera. Le stagioni non erano più le stesse! Poi un giorno mi sono svegliato e mancava qualcosa. Mi sono chiesto: cos’è che manca? Mancava Pescepirata e allora l’abbiamo creato. Io e Anne, sì come il film di Woody Allen.

Anne Bonny: Purtroppo il segreto professionale mi obbliga a non dire che BB (ndr Black Bart) in quel periodo veniva in terapia da me, aveva diversi problemi tipo quello di non accettare la sua verginità pur avendo già due figli.

Lutastyle: No, in effetti non ero nata nell’82! Quindi, PescePiratA è nato grazie a Sacchi in Nazionale e la ninfomania di Anne. Un prodotto di elevato spessore culturale, non c’è che dire.
E gli utenti? Come li avete pescati? Chi è il vostro fornitore di articoli per la pesca?

Black Bart: Te lo ricordi Sampei? Fottuto piccolo giapponese. Pescava pesci enormi! Quando ho provato non tiravo su nemmeno le acciughe. Ti piacciono le acciughe? Le adoro!
Gli utenti arrivano per caso, qualcuno parla di noi come un covo di pazzi. Arrivano, bussano alla porta e dicono OOOOHHHH. Tanti scappano, i più coraggiosi si presentano e diventano pirati a tutti gli effetti. Stiamo coltivando un bel gruppo di amici, si può dire amici o la De Filippi ci querela?

Anne Bonny: Come si sono trovati gli utenti? Grazie alla ninfomania direi… meglio di Google!

Lutastyle: Sì, in effetti anche io sono arrivata grazie alla ninfomania, si può dire. Ma a parte questo e anche a parte Sampei. Amici-colleghi, alla fine la filosofia è proprio quella, no? Una rete di amici che condivide informazioni. Insomma, è un po’ come essere attorno a un tavolo e dire: «Oh, Black, mi passi il sale? Grazie, sai, pensavo che non sarebbe male ambientare il mio romanzo tra Torino e Roma, tu che ne pensi?» «Passami l’olio. Beh, però con la trama che ha Genova sarebbe l’ideale… no?» e così via per tutta la serata, no? Una grande comune di pazzi che si confrontano e si sostengano a vicenda. In barba alla solitudine competitiva. (Ammazza che definizione!)
Descrivete il vascello in 140 battute. Un temino, suvvia, come a scuola!

Black Bart: Sì, dai, in effetti sembra una grande tavola davvero. Tutti che urlano: “passami il saleeeee” “dammi l’oliooooo”, ma nessuno che si arrabbi per questo sale che gira, gira, gira, gira, giraaaaaaaahhhhhh. Grandi risate, gente che non si prende troppo sul serio, uno si alza in piedi sulla sedia e si mette a cantare! L’altro che beve il vino dal bicchiere di un vicino con una cannuccia lunga un metro… Hai presente il file sharing? Qui di sharing c’è l’esperienza, la conoscenza, come dire, non siamo dei fenomeni ma insieme possiamo mettere in crisi perfino Baricco! (Hey ciao Ale, tutto bene?).
E la sai la figata?? Non ci crederai: alla fine non passa nessun cameriere col conto! (tutto gratis!)

Anne Bonny: esatto il nostro propulsore è proprio il principio di condivisione che è poi la base dell’web 2.0 (di cui in tanti, forse troppi, parlano). Condivisione, partecipazione, autoregolamentazione tutti termini a noi cari. Come un banchetto dove ognuno mette a disposizione le sue portate, si scambia le ricette e si chiacchiera di tutto tra un bicchiere e un altro… a proposito che vino hai portato?

Lutastyle: Ho del barolo, una buona annata… ne ho un paio di bottiglie, occhio a non sprecarlo che è vino buono! Mi sono portata dietro del barolo chinato e dei tartufi di cioccolato per il dopo pasto! E passo sopra al fatto che avete sforato alla grande il limite di battute… tiè un cioccolatino!
Occhei, a parte il cibo… cosa vuole diventare da grande PescePiratA?! Insomma… si pubblicherà col “bollino pirata”, una sorta di bollino Chiquita?! Ci avete pensato, immagino, sì?
Ah, Anne, è finito il Calvados nella stiva. Non so proprio chi ne beva così tanto…

Black Bart: Be’, chi può dirlo cosa diventerà Pescepirata. Potrebbe diventare un trampolino di lancio per giovani talentuosi, potrebbe diventare una comunità letteraria rispettata, potrebbe perfino diventare un raggio di sole in un mondo grigio che sembra andare allo sfascio. Oppure potrebbe diventare un cavallo da corsa. O un gambero. Ti piacciono i gamberi?
Ci divertiamo, questo è certo, quindi la cosa di per sé ci basta. Il bollino? Stai parlando del fantomatico bollino “Pescepirata Approvato”? Chi ti ha fatto la soffiata?
Non ne ho mai sentito parlare!

Anne Bonny: So da dove arriviamo ma non dove andremo, soprattutto quando al timone è il turno di BB + Calvados. Ma da principio quando BB (ricordiamo veniva in terapia da me) ebbe l’intuizione di fare un forum letterario di scrittura ed editing collettivo, ho puntato molto su questo cavallo di razza e ci ho creduto da subito; poi il resto viene da sé ogni giorno ce n’è una nuova, nel Quartiere Generale se ne vedono delle belle grazie anche al mitico staff che ci dà input, sostegno… insomma Bruno, Yukie, Peta, MasMas si fanno un mazzo tanto mentre io e BB scoliamo formati magnum di tutto ciò che è alcolico.
Lutastyle: Nessuna soffiata, vi spio! E apprezzo che Anne abbia citato lo staff, parte importante di ogni forum!
Come vengono selezionate le “vittime” dell’editing collettivo?

Black Bart: lanciamo un pesce in aria e se cade sul racconto lo editiamo se cade fuori lo mangiamo. Il racconto. Poi il pesce torna nell’acquario perché noi amiamo i pesci. Specie se rossi. E con il dentino. A te piace il pesciolino col dentino? L’ha disegnato Anne Bonny, è un genio con la grafica! Come le locandine dei contest
Anne Bonny: Sì, sì è proprio una casualità come dice BB, credevi che i racconti li leggessimo per valutarli? ah ah ah (proprio così la risata: discontinua e maligna)
Tutti nello staff (tranne me) leggono e poi segnano in una lavagna enorme i buoni e i cattivi… io nel frattempo spargo soprannomi a tutti, ne sa qualcosa la GranGnoccaVenerabile del Vascello.

Lutastyle: La GranGnocca Venerabile del Vascello deve essere una che conta, o forse che canta (quando la fate ubriacare)!
Il pesce col dentino è un amore e la locandina del contest è una roba che non si può descrivere ma solo mostrare a chi ancora non l’ha vista.
Parliamo proprio del contest: quale mente malata l’ha partorita?! Come? Perché?! Quanto vi piace mostrare in giro quante siete fighi e all’avanguardia? Insomma… parlatemene! (E salutatemi la GGV!)

Anny Bonny: Eccomi scusa, BB è andato un attimo in bagno a partorire qualche altra idea (ops l’ho detto).
Intanto se vuoi ti intrattengo con della musica, ti piace la musica klezmer? Io la adoro me l’ha fatta conoscere un caro amico che ancora non è iscritto al forum, ma ti rendi conto? Nel 2011 c’è ancora gente che non è iscritta a PescePiratA.it!

Black Bart: Eccomi (rumore di sciacquone)! La GGV per pescepirata è come uno dei pistoni per un motore. Senza: va piano, va male. Con: va fuori strada!
L’idea del concorso l’abbiamo copiata, noi copiamo tutto, non ci piace pensare! Ahahah dai scherzo!


Beh, non c’è che dire. Sono svalvolati e nessuno lo ha mai negato… e voi? Siete pronti a essere contagiati dal virus-piratesco?

Lutastyle. 



Intervista fatta per house of book.
Il forum pescepirata lo trovate qui.

Le interviste di questo blog son qui
Le interviste sul forum (tantissime, spassosissime) le potete leggere qui.

Se volete partecipare a questa strana community che fa del gratis il suo credo, che aiuta gli autori a capire i propri punti di forza e i punti deboli, vi fa valutazioni di ciò che scrivete, vi supporta nella scrittura e vi può aiutare a migliorare. Una community che collabora con editori seri e può proporre i lavori in cui crede. Un luogo in cui partecipare a concorsi letterari bizzarri (avete visto il nuovo contest che scade il 15 dicembre?), ha luoghi di discussione sulle tecniche di scrittura e luoghi in cui socializzare e condividere la passione della lettura e della scrittura. Be', iscriviti!

Pescepirata ti aspetta!
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lunedì 12 novembre 2012

Bollettino di navigazione, 12 novembre, secondo anno in mare



Scrivo in vece dei capitani perchè ormai è Natale (non siete stati in un centro commerciale a comprare i panettoni? Sono fuori da tanto tempo che ormai scadono) e volevo fargli un bel regalo. Ma poi questo è l'ultimo, eh? Al massimo un altro ancora, per il compleanno, uno ciascuno, ok? Sì, poi per i figli e i consorti, ma... Beh, anche i genitori, va bene... Il santo patrono? L'onomastico, la festa del paese, il ballo delle debuttanti? Va beh, ho capito.

Ehiiiii! Mi sentiteeeee? Questa settimana la nave vola con il vento in poppa come non ha mia filato. Sembra saltare sulle onde come un pesce volante ipertrofico sotto anabolizzanti. C'è stato un surplus di utenti, discussioni, vecchi argomenti ripresi. Uau come si filaaaaa!

Una nuova squadra di pallavolo si è iscritta questa settimana. Salutateli a dovere in Giuramento.

Da dove continuare poi? Tante belle chiacchere per un inizio leggero? In Taverna si parla di ogni: ereader, film e altro. In Mondo web un nuovo utente ci mostra il suo booktrailer, mentre in Esperienze editoriali si parla di recensori a pagamento (mah), ma anche di kerika e della sua avventura alla Piemme (yeah!) e di presentazioni editoriali.

(uno, due, tre, qua... cinque, quattro... otto... cacchio, se non fossi stato a casa alla lezione della scuola serale per imparare a contare) In Spazio autori c'è tanta di quella roba nuova che non ho voglia di contarla. I nuovi utenti ci propongono diversi cose loro, con gustose incursioni dei vecchi. Sarà dura quando dovremo nominare il racconto del mese. In News & Rum Peta ci tiene aggiornati sul gossip di questi tempi (anche un pirata deve essere al corrente di certe cose, eh!) Andiamo più sull'impegnato in Libri sul comodino, con una nuova recensione più una pre-recensione e una recensione tributo a Stoker.

Ancora: in tecnica, accanto ai mitici Spunti di Yukie (aspettiamo con trepidazione il nuovo), si torna a discutere di punti di vista, voce narrante e tempi verbali.

E al lavoro: in Scrittura assistita c'è sempre in ballo il romanzo di Elisa, ma si parla anche di Giuseppe e del suo romanzo completato qui con noi. In Area contest si è prolungata la scadenza della sfida 'Le mille morti dell'uomo delle stelle', c'è tempo ancora questa settimana; accanto al nostro contest ufficiale, 'Vasco Rossi, il culo di Belen e il gattocane'. Tutti da partecipare!
Invece Editatemi senza grosse novità, ma sempre con lavori in corso... in corso.

Occhei! Mi sentite? Il vento vi ulula troppo nelle orecchie? Io non sento niente, potremmo provare a chiedere al capitano se possiamo un po' rallentare! Oh, Capitano, che dici? Non sento, andiamo troppo forte, il vento... Purè? Togliere... il purè... dalle... orecchie. Ah, sì, adesso sento meglio, già. Sì ma, non è colpa mia, a furia di pelare le patate con il pelapatate laser a fotoni qua ci navighiamo nel purè! Sì lo so che serve per imparare l'arte marziale della penna stilografica. Beh, comunque adesso che so che mi sentite tutti posso dirlo: alla via così!
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sabato 10 novembre 2012

Vip... arlando




Nella settimana in cui l’America festeggia il quarantaquattresimo Presidente, non potevo che parlare di cose serie.
Anche perché, effettivamente, in Italia di cosette ne accadono eccome.
Ligabue si è tagliato i capelli! E sì, proprio così. E, nonostante ad alcuni di noi, amanti o meno della sua musica, la notizia ci sia rimbalzata addosso così come la SNERVANTE pallina di Boing, alcuni dei suoi fan hanno preso malissimo la notizia, pensando, probabilmente, che fosse uno dei segni apocalittici previsti per quest’anno. A nome di tutti ci tengo a tranquillizzare i fan del nostro cantante nazionale: Liga non è una Barbie… i suoi capelli ricresceranno.
Parlando di Barbie, non potrà certamente essere passata inosservata la notizia della “dolce attesa” di Belen. E ‘sti ca… direte voi, però vi sfido a non ammettere che venir fuori da una farfalla deve essere un’esperienza bellissima.
Certo, ultimamente, di “dolci attese” ce ne sono una caterba… Belen, Laura Pausini, Karmen Russo ed Enzo Paolo Turchi (che –visto mai mi legga- pregherei di rivolgersi finalmente ad un parrucchiere, ho sentito che Liga ne conosce uno) Raffaella Fico, Paola Cortellesi ed altre ancora.
Sono certa che anche voi sarete giunti alla mia stessa conclusione: in TV non danno più un caz… e quindi si ricorre ai gran bei vecchi metodi per passare il tempo. Effettivamente, guardare un ottantenne Terence Hill che va a caccia di cinghiali, è eccitante quanto mordere un limone crudo. Voi direte “Sì vabbè… mica c’è solo quello in tv!”. Avete ragione. Soprattutto il sabato ci si diverte un sacco ad ascoltare dei bambini che invece di cantare Lady Oscar, cantano Perdere l’AmoreChe poi io non sono del tutto convinta che siano davvero bambini… Per me sono i parenti canterini di Brunetta, e una volta mi è parso di riconoscere proprio lui che cantava “Chi non lavora, non fa l’amore”!
Oppure potremmo guardare la De Filippi che con voce soave (???), costringe una vecchia vedova a prendere un caffè con un vecchio vedovo con il quale aveva ballato un liscio centocinquant’anni prima… Ma dai, come si fa? Lo sanno tutti che il caffè fa male ai vecchi! ;)
Certo ormai in tv ci possono arrivare davvero tutti vecchi e giovani… come ad esempio Niccolò Torielli. I punti di domanda aleggiano sulla vostra testa, eh? Ma dai… Niccolò Torielli??? Ex Iena… Quello che ti costringe a mangiare la Simmental… Quello che presenta, un programma su Italia 1, chiamato “Archimede” e imita, vagamente, Jim Carrey.
E poi ti credo che tutti coloro che la tv, o lo spettacolo, già lo fanno, si vedono costretti a svelare le cose più disparate per non cadere nell’oblio. Forse per la presenza di Niccolò Torielli, o forse per sua spontanea volontà… Arisa ha confessato che potrebbe essere bisessuale. Arisa, proprio lei. Quella che cantava Sincerità con la voce di Heidi a cui hanno schiacciato un piede. Quella che vestiva gonne assurde e montature di occhiali ancora più assurde. È bisessuale. E fin qui, onestamente a me… Il fatto è che ha fatto un vero è proprio appello affinché qualche donna ci provi con lei. Certo però che questi vip hanno delle pretese assurde!
Comunque mi sa che si è già pentita… peccato, avevo notato un luccichio negli occhietti di voi lettrici…
Probabilmente questi non vi sono sembrati veri scoop, ed effettivamente avete ragione. D’altronde ultimamente non è accaduto molto altro… Nessun politico ha rubato; nessun ladro è entrato in politica; nessun gol (regolare) è stato convalidato e dopo quasi un minuto annullato… né, viceversa, nessun gol FUORI GIOCO, è stato convalidato senza batter ciglio… proprio nada de nada!

Beh, forse sarò sembrata a tratti sarcastica e velenosa, ma in realtà io amo questo gossip leggero e in fondo, molto in fondo, sono una persona buona… :D
Auguro di cuore a Belen e tutte le donne incinta, una gravidanza serena e felice. Auguro a Ligabue che gli ricrescano i capelli, a Terence Hill di diventare il prossimo tronista della De Filippi e a Niccolò Torrieli di farsi spazio nel mondo della TV. Auguro ad Arisa di trovare una bella spasimante e auguro al calcio di tornare ad essere solo un gioco.
Infine auguro a tutti voi un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo. (Mi porto avanti, non si sa mai ci avessero preso con la storia della fine del mondo!).

Peta

Liga

Belen - Karmen Russo-Enzo Paolo Turchi - Pausini - Fico

Cortellesi

Torielli

Arisa

Calcio

Calcio

Forum

giovedì 8 novembre 2012

Racconto del mese: OTTOBRE


Highlander - Chi di giallo ferisce...

Di Elisa Minì

- Credevo che avessi preso un giallo caldo.
- Perché? Cos'ha che non va questo giallo?
- Non è quello che volevo e poi questo colore fosforescente non è adatto al salotto.
- C’erano centomila gradazioni di giallo, ho preso quella che mi sembrava più calda.
- Stai confondendo il caldo con il catarifrangente.
- Beh, la prossima volta ci vai tu a scegliere la vernice!
- D’accordo la prossima volta ci vado io non dubitare, ma mi spieghi perché hai già dipinto le pareti? Non potevi aspettare me?
- Ma se mi hai messo fretta, mi hai perseguitato per giorni perché volevi la tua vernice e ora che ce l’hai non ti va bene. Cazzo!
- Volevo che la stanza fosse finita prima dell’arrivo dei miei, che c’è di male? Come potevo immaginare che avresti comprato una roba così... abbagliante. Se fisso un punto qualsiasi mi viene il mal di testa!
- Fai una bella cosa, vai tu a scegliere la vernice, gialla e calda quanto vuoi e poi ridipingerò le pareti. Che vuoi che sia, su per giù venti ore di lavoro.
- Questo perché sei lento come...
- Come cosa? Dipingitela tu la stanza signora so far tutto meglio io!
- Certo, domani vado a cambiare i barattoli ancora sigillati.
- Ma si vai a cambiarli, vedrai che lo faranno di certo, dopotutto è solo una vernice personalizzata, non ti diranno di no.
- Appunto. Potresti scendere da quella scala?
- Ma dove vivi?
- A te piace questo color angoscia? Sii sincero, ti piace davvero?
- No, lo sai che mi piace solo il viola.
- E allora perché?
- Perché cosa?
- Come mai ho la sensazione che mi stai prendendo per il culo?
- Forse perché hai la coda di paglia.
- L’hai fatto apposta!
- Di cosa stai parlando?
- Si, l’ hai fatto apposta. Hai comprato una vernice orrenda perché sapevi che non mi sarebbe piaciuta.
- Ehi, ti ricordi? Io sono quello con un neurone solo, l’hai detto tu, ho una mente semplice e monografica, non potrei mai partorire un ragionamento così contorto.
- Quindi non l’hai fatto apposta.
- No.
- Allora non hai il minimo gusto.
- Esatto, a me piace solo il viola, tutti gli altri colori non hanno senso, per quante gradazioni e sfumature si possano fare.
- Non si è mai sentita una cosa del genere.
- Lo dici tu, c’è tanta gente che vive bene con le pareti di casa bianche, non ha bisogno di avere altri colori intorno a sé, perché il bianco dà loro tutte le soddisfazioni di cui hanno bisogno.
- È una polemica camuffata da metafora della vita?
- Sarebbe? Sai il mio neurone...
- L’hai appena detto, c’è gente che vive tutta la vita con il bianco senza desiderare qualcosa di diverso, vive una vita piatta e incolore fino alla fine dei propri giorni senza chiedersi come sarebbe cambiare colore alle pareti, senza porsi domande. Colazione, pranzo, cena, nanna, buongiorno e buonasera. Fine dei giochi.
- Non volevo fare nessuna metafora, il mio neurone da solo non è così bravo, mentre tu te ne stai lì a scrivere un trattato di filosofia, a pontificare, a insegnarmi come si fa a vivere. Sai una cosa? Si vive bene anche con le pareti color merda, basta farci l’abitudine, basta non pensare che un giallo caldo sarebbe meglio.
- Bene, mi sembra che non abbiamo più niente da dirci.
- Sul giallo no di certo. E quando arriverebbero i tuoi?
- Te l’ho già detto, arrivano venerdì. Dì al tuo neurone di prendersi una segretaria.
- E tu dì ai tuoi neuroni spocchiosi che sono lì, nella stanza dei bottoni, a fare le convention sul nulla, che forse sono tanti e l’unione fa la forza, ma tutta quell’acidità li porterà all’odio, si scanneranno, si massacreranno fino a che non ne rimarrà soltanto uno...
- Highlander!
- Proprio lui.
- Così il mio neurone e il tuo potranno uscire a bersi una cosa.
- Esattamente.
- Venerdì arrivano i miei. Puoi fare in modo che questa stanza non sembri dipinta con uno Stabilo Boss?
- Non so se potrò, venerdì è dopodomani e in fondo non me ne importa un accidenti della stanza, dei tuoi e di te con i tuoi neuroni isterici. Visto che la casa è di tutti e due, la dividerò in due parti. La tua avrà le pareti calde e i contenuti freddi, la mia sarà fosforescente, pazienza, ma il mio neurone ci starà benissimo.
- Sei il solito esagerato.
- Domani per andare in camera da letto dovrai passare dal bagno tesoro. E i tuoi dovranno dormire nel ripostiglio.
- È tutto?
- No. Il mio neurone mi suggerisce frasi indicibili ma ho deciso di tacere. Adesso lasciaci soli, ci serve assoluto riposo, domani sarà una lunga e rumorosa giornata. Non guardarmi così. Non toccare la scala!
- Domani non sarà una giornata rumorosa ma solo lunga. Tutti penseranno a un incidente. Oh, poverino, si è rotto il collo dipingendo una parete gialla abbacinante come un flash. I miei saluti al tuo neurone!



LA NAZIONE. 2 NOVEMBRE 2010.
Coppia fiorentina muore per un inspiegabile incidente domestico. Marco G., mentre dipingeva una parete del salotto ha perso l’equilibrio sulla scala ed è precipitato addosso alla moglie, Anna S.. In base alle ricostruzioni della Polizia, i due sono morti sul colpo, battendo la testa l’uno contro l’altra. Sono stati ritrovati ricoperti di vernice gialla fosforescente. L’ispettore a capo delle indagini ha commentato così l’incidente: ‘Si è trattato di una clamorosa fatalità, la più singolare della mia carriera. Si esclude ogni movente omicida’.




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