sabato 15 settembre 2012

Perché Pescepirata




Il progetto Pescepirata nasce ad inizio 2011 fa per una combinazione di eventi abbastanza improbabile.

Tipo che uno era bloccato all'aeroporto, un altro aveva una gomma a terra e senza soldi per prendere il taxi, a quell'altra la tintoria non aveva portato il tailleur che le sarebbe servito per una conferenza (che poi fece in jeans sdruciti e maglietta dei Ramones).
Del funerale non parliamo.
In più, dall'altra parte del mondo, c'era stata una specie di inondazione seguita da un terremoto...

SEMBRA FANTASCIENZA INVECE E' TUTTO VERO.

Ad ogni modo il progetto pescepirata nasce e si sviluppa; viene portato alla luce tassello dopo tassello, idea su idea, mattone su mattone, da un collettivo eterogeneo che trova un'alchimia che sa di magia.

Un collettivo di persone di diverse età, estrazioni sociali, etnie, religioni, gusti personali, sesso ed esperienze professionali. Uno di loro sta più sull'aereo che in terra, un altro odia volare e si muove perlopiù in bicicletta.
La tipa delle conferenze parla più inglese che italiano. E l'ultimo sarebbe capace di penetrare nel database della CIA se solo lo volesse (il fetente).

Alcuni partecipano attivamente, altri lavorano nei sotterranei. Alcuni si loggano in gran segreto per controllare. Ognuno ha un compito ben preciso che porterà a termine da buon pirata.

Perché pesce?

Pesce perché lo scrittore è un po' come un pesce: parla poco, è silenzioso, si muove rasente al fondale muovendo appena la coda. Eppure scruta tutto, vede perfino quello che succede alle sue spalle.
Poi nel nostro caso i pesci pirata sono piccoli (dovrebbero essere pesci tropicali ma esiste poca documentazione in merito) e SI MUOVONO IN BRANCO.
Da soli sarebbero innocui, quasi ridicoli con quei dentini... Invece in branco possono far paura a un pescecane.

Ma non sono piraha eh.. i pescipirati sono pesci bellini e molto più piccoli.

L'idea di un pesce in costante pericolo che si muove compatto e forma un branco che lo seguirà per tutta la sua vità, bhe calzava a pennello.

Poi Pirata...

No, nessuno ha pensato a Johnny Depp, ci siamo invece ispirati alla pirateria informatica che ha poco di distruttivo e tanto di etico...
Il concetto di pirata informatico oggi ha assunto un'accezione positiva, sposando in pieno la filosofia dell'web 2.0 Ovvero il voler rendere pubblico e accessibile il lavoro frutto del singolo o della collettività.

Guardate ciò che è stato fatto da Anonymous e osservate la loro filosofia (definita hacktivism il cui gioco di parole è semplice da comprendere), come hanno agito dall'onda verde iraniana alla Tunisia più recente.

Non aspiriamo a tanto ma ci ispiriamo tanto!!!

Il web 2.0 ha portato grandi cambiamenti nel modo della fruizione della rete, NON siamo più spettatori passivi, ne siamo parte. Siamo fruitori e creatori di contenuti e di informazione; non solo, per far questo operiamo in collaborazione e cooperazione.
La convivenza ha portato a un processo di autoregolamentazione, ed è quello che facciamo:
collettivo nella scrittura ma anche nella lettura e collettivo anche nell'editing. Ogni ruolo, ogni azione e soprattutto ogni singolo individuo, è importante.

Ognuno di noi è una spugna che attinge dagli altri per essere spremuto a sua volta.

In particolare abbracciamo il concetto di disintermediazione, perché vogliamo modificare quelli che sono i canali tradizionali. Uno per tutti e tutti per uno.

DISINTERMEDIAZIONE
OPENSOURCE 

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