giovedì 8 novembre 2012

Racconto del mese: OTTOBRE


Highlander - Chi di giallo ferisce...

Di Elisa Minì

- Credevo che avessi preso un giallo caldo.
- Perché? Cos'ha che non va questo giallo?
- Non è quello che volevo e poi questo colore fosforescente non è adatto al salotto.
- C’erano centomila gradazioni di giallo, ho preso quella che mi sembrava più calda.
- Stai confondendo il caldo con il catarifrangente.
- Beh, la prossima volta ci vai tu a scegliere la vernice!
- D’accordo la prossima volta ci vado io non dubitare, ma mi spieghi perché hai già dipinto le pareti? Non potevi aspettare me?
- Ma se mi hai messo fretta, mi hai perseguitato per giorni perché volevi la tua vernice e ora che ce l’hai non ti va bene. Cazzo!
- Volevo che la stanza fosse finita prima dell’arrivo dei miei, che c’è di male? Come potevo immaginare che avresti comprato una roba così... abbagliante. Se fisso un punto qualsiasi mi viene il mal di testa!
- Fai una bella cosa, vai tu a scegliere la vernice, gialla e calda quanto vuoi e poi ridipingerò le pareti. Che vuoi che sia, su per giù venti ore di lavoro.
- Questo perché sei lento come...
- Come cosa? Dipingitela tu la stanza signora so far tutto meglio io!
- Certo, domani vado a cambiare i barattoli ancora sigillati.
- Ma si vai a cambiarli, vedrai che lo faranno di certo, dopotutto è solo una vernice personalizzata, non ti diranno di no.
- Appunto. Potresti scendere da quella scala?
- Ma dove vivi?
- A te piace questo color angoscia? Sii sincero, ti piace davvero?
- No, lo sai che mi piace solo il viola.
- E allora perché?
- Perché cosa?
- Come mai ho la sensazione che mi stai prendendo per il culo?
- Forse perché hai la coda di paglia.
- L’hai fatto apposta!
- Di cosa stai parlando?
- Si, l’ hai fatto apposta. Hai comprato una vernice orrenda perché sapevi che non mi sarebbe piaciuta.
- Ehi, ti ricordi? Io sono quello con un neurone solo, l’hai detto tu, ho una mente semplice e monografica, non potrei mai partorire un ragionamento così contorto.
- Quindi non l’hai fatto apposta.
- No.
- Allora non hai il minimo gusto.
- Esatto, a me piace solo il viola, tutti gli altri colori non hanno senso, per quante gradazioni e sfumature si possano fare.
- Non si è mai sentita una cosa del genere.
- Lo dici tu, c’è tanta gente che vive bene con le pareti di casa bianche, non ha bisogno di avere altri colori intorno a sé, perché il bianco dà loro tutte le soddisfazioni di cui hanno bisogno.
- È una polemica camuffata da metafora della vita?
- Sarebbe? Sai il mio neurone...
- L’hai appena detto, c’è gente che vive tutta la vita con il bianco senza desiderare qualcosa di diverso, vive una vita piatta e incolore fino alla fine dei propri giorni senza chiedersi come sarebbe cambiare colore alle pareti, senza porsi domande. Colazione, pranzo, cena, nanna, buongiorno e buonasera. Fine dei giochi.
- Non volevo fare nessuna metafora, il mio neurone da solo non è così bravo, mentre tu te ne stai lì a scrivere un trattato di filosofia, a pontificare, a insegnarmi come si fa a vivere. Sai una cosa? Si vive bene anche con le pareti color merda, basta farci l’abitudine, basta non pensare che un giallo caldo sarebbe meglio.
- Bene, mi sembra che non abbiamo più niente da dirci.
- Sul giallo no di certo. E quando arriverebbero i tuoi?
- Te l’ho già detto, arrivano venerdì. Dì al tuo neurone di prendersi una segretaria.
- E tu dì ai tuoi neuroni spocchiosi che sono lì, nella stanza dei bottoni, a fare le convention sul nulla, che forse sono tanti e l’unione fa la forza, ma tutta quell’acidità li porterà all’odio, si scanneranno, si massacreranno fino a che non ne rimarrà soltanto uno...
- Highlander!
- Proprio lui.
- Così il mio neurone e il tuo potranno uscire a bersi una cosa.
- Esattamente.
- Venerdì arrivano i miei. Puoi fare in modo che questa stanza non sembri dipinta con uno Stabilo Boss?
- Non so se potrò, venerdì è dopodomani e in fondo non me ne importa un accidenti della stanza, dei tuoi e di te con i tuoi neuroni isterici. Visto che la casa è di tutti e due, la dividerò in due parti. La tua avrà le pareti calde e i contenuti freddi, la mia sarà fosforescente, pazienza, ma il mio neurone ci starà benissimo.
- Sei il solito esagerato.
- Domani per andare in camera da letto dovrai passare dal bagno tesoro. E i tuoi dovranno dormire nel ripostiglio.
- È tutto?
- No. Il mio neurone mi suggerisce frasi indicibili ma ho deciso di tacere. Adesso lasciaci soli, ci serve assoluto riposo, domani sarà una lunga e rumorosa giornata. Non guardarmi così. Non toccare la scala!
- Domani non sarà una giornata rumorosa ma solo lunga. Tutti penseranno a un incidente. Oh, poverino, si è rotto il collo dipingendo una parete gialla abbacinante come un flash. I miei saluti al tuo neurone!



LA NAZIONE. 2 NOVEMBRE 2010.
Coppia fiorentina muore per un inspiegabile incidente domestico. Marco G., mentre dipingeva una parete del salotto ha perso l’equilibrio sulla scala ed è precipitato addosso alla moglie, Anna S.. In base alle ricostruzioni della Polizia, i due sono morti sul colpo, battendo la testa l’uno contro l’altra. Sono stati ritrovati ricoperti di vernice gialla fosforescente. L’ispettore a capo delle indagini ha commentato così l’incidente: ‘Si è trattato di una clamorosa fatalità, la più singolare della mia carriera. Si esclude ogni movente omicida’.




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