domenica 30 settembre 2012

La breakdance incontra Bach










Era il 1990, io abitavo a Torino e dopo le lezioni l’appuntamento era al Teatro Regio. Fuori dal teatro, dove i b-boy si riunivano per fare allenamento. Con le mie Adidas ai piedi, i pantaloni comodi e l’immancabile felpa, guardavo con ammirazione sconfinata quei ragazzi in tuta, che saltavano sulle mani e giravano sulla testa come se non costasse loro alcuno sforzo, mentre il grosso stereo, appoggiato sul marciapiede, riproduceva i breakbeat caratteristici della musica hip hop. E anche se io non lo sapevo fare, ero orgogliosa di sentirmi parte di quel movimento, che aveva preso vita nei ghetti del Bronx e che aveva viaggiato di strada in strada, fino ad arrivare in Piazza Castello, sotto a quei portici dove ogni pomeriggio il mio cuore batteva al ritmo dei bassi.
Lì ho assistito alle migliori battle di breakdance, dalle sfide head-to-head, basate su coreografie improvvisate, a quelle più strutturate, che vedevano contrapporsi due crew (gruppi) rivali. Il tutto tra l’indifferenza dei passanti, nel migliore dei casi, o trafitti da sguardi di disapprovazione e minacce di chiamare i carabinieri. L’hip hop e tutto ciò che gli gravitava intorno (la musica, il tipo di abbigliamento, la breakdance, il writing) era visto come qualcosa ai limiti della legalità o comunque come una moda giovanile senza valore. E noi ci sentivamo dei pionieri, e lottavamo perché tutto questo venisse riconosciuto come cultura.

giovedì 27 settembre 2012

Americani e italiani

Uno spunto (o sputo) di Massimo Lolli sullo scrittore italiano confrontato con quello americano, via luccone

Lo scrittore americano rivive nei suoi romanzi la vita che ha vissuto, lo scrittore italiano rivive la vita che non ha vissuto. Lo scrittore americano oltrepassa il limite di velocità consentito alla scrittura, lo scrittore italiano si tiene rispettosamente al di sotto. Lo scrittore americano è un tamarro che si rivela un intellettuale, lo scrittore italiano è un intellettuale che si rivela un tamarro. Lo scrittore americano ammira i colleghi più dotati, lo scrittore italiano li odia. Lo scrittore americano pensa che la scrittura è esercizio, lo scrittore italiano che è un dono. Lo scrittore americano influenza il cinema, lo scrittore italiano ne è influenzato. Lo scrittore americano configura, lo scrittore italiano trasfigura. Lo scrittore americano si sente in compagnia, lo scrittore italiano si sente solo. Lo scrittore americano, infine, gioisce per i falliti che hanno successo, lo scrittore italiano gioisce quando uno che ha successo fallisce.

Massimo Lolli, Tu vuò fa’ l’americano!, Il Sole 24 Ore, 23 settembre 2012

lunedì 24 settembre 2012

Appunti di scrittura creativa di Yukie: 1- Editing o revisione?



Panino col salame, lattina di coca... crunch crunch... :shock: 'mbè, che avete da guardare? Me l'ha detto il capitano di mettermi qui a fare lo spuntino... crunch crunch...
Mmh, ora che ricordo meglio, mi aveva chiesto di fare dei piccoli spunti. Ops!... Fatemi nascondere le briciole sotto a questo barile... non mi ha visto, vero?
Bene... cominciamo.


Con questo post inauguro una rubrica fissa che tratterà di tecniche narrative (non esistono solo il PdV e lo show don't tell!), formattazioni del testo, nozioni di editing, ecc. Tutte piccole cose che ci aiuteranno a migliorare la scrittura. Non hanno la pretesa di essere delle lezioni, sono solo degli spunti per parlare insieme del nostro hobby preferito (hey tu, parlavo della scrittura, metti via quella collezione di francobolli!).

Per cominciare, direi di fare chiarezza su editing e revisione. 
Sono la stessa cosa? Sì e no. 
Entrambi sono lavori che servono a migliorare un testo narrativo, con la differenza che l'editing si fa sui testi altrui e la revisione sui propri. E per quanto possa sembrare il contrario, non è una distinzione da poco. Vediamo perché. 

EDITING

Innanzitutto il lavoro di un altro scrittore non ci appartiene. Questo significa che un buon editing non deve snaturare lo stile dell'autore né la struttura dell'opera. Non possiamo riscrivere il testo solo perché, a nostro gusto, è preferibile così. Gli interventi devono essere il più possibile leggeri, e mirati a correggere errori e debolezze del testo che stiamo editando. Se proprio riteniamo che - oggettivamente - alcune frasi trarrebbero beneficio da una riscrittura, possiamo suggerire all'autore le modifiche che riteniamo utili, lasciando a lui la decisione finale sul cambiamento.


venerdì 21 settembre 2012

Il soffio di Eolo


La strada di terra battuta portava all’anonimo capannone, in mezzo alla campagna. Nella notte senza luna due bici si stavano avvicinando saltellando, invisibili ma rumorose. I due piloti erano vestiti tutti di nero. Il più alto e magro aveva un passamontagna mentre quello più tarchiato aveva il cappuccio della felpa legato tanto stretto sulla faccia da sembrare il di dietro di una tenia gigante. Questi parlò: “Capo, simu arrivt?”
“Dio, Bottone, non si capisce un tubo con quel coso stretto sulla faccia. Ma ci vedi? Sì, il futuro è a due passi. Pedala.”
Le bici si avvicinarono al recinto che circondava il capannone. Capo disse: “Giù, in quelle frasche!” e i due si lanciarono dalle selle rotolando fin dentro un grosso arbusto lì accanto.
Da lì, corsero a un altro arbusto e poi a un altro proprio sotto il recinto. Capo mise fuori la testa per studiare il profilo del capannone, appena visibile nel buio. Tornò dentro: “Tutto tranquillo. Niente e nessuno in vista.”
“E su c’ sunu dei cann? O dull gurdiu?”
“Non c’è nessuno, te l’ho detto. E poi, sei o non sei un ninja? Ripeti con me: io sono un ninja...”
“I’ sun nn nngiu!”
“Bravo. Non servono addestramenti, il ninja è uno stato mentale. E poi questa storia è morta e sepolta, nessuno si aspetta un’intrusione.”


mercoledì 19 settembre 2012

Stephen King, il sequel di Shining e il gattocane.


Quasi quasi è più comica la notizia originale...
Anche se non c'è niente da ridere, questa in realtà è una notizia drammatica, tragica.

Stephen King sta scrivendo il sequel di Shining.

Sì, avete letto bene.
Ve lo ripeto:

Stephen King-sta-scrivendo-il-sequel-di-Shining.

Tanti di voi diranno che sono anni che i libri non li scrive più lui (in effetti è dura mettere gli ultimi prodotti vicino a It, Le notti di Salem o Stagioni Diverse). Ma credo sarà unanime lo sgomento per l'ennesimo scempio di un cult.
Dopo Fuga da New York, Matrix, Alien, Star wars, Rocky e Amici Miei, ecco arrivare il turno di Shining.
La cosa più bella è quello che è trapelato della trama. No perchè io mi sarei aspettato, per quanto impossibile, qualcosa sulla traccia del primo. L'atmosfera. Il clima di follia nella sua semplicità (ndr: uno scrittore in crisi di ispirazione accetta di fare il custode di un grande albergo di montagna durante la chiusura invernale. Un albergo che è stato teatro di efferati delitti. Corridoi infiniti, stanze vuote, la presenza di bambine-fantasma sanguinanti. Questa è la scena del film che meglio lo rappresenta).

Ecco invece la trama del sequel, tenetevi pronti!!


martedì 18 settembre 2012

The Kate is on the tablet










Eccolo qua… e si poteva immaginare, scontato e puntuale. Il trito e ritrito articolo sulle “poppe reali” che tanto hanno dato scandalo.

Ma quest’articolo in realtà parlerà d’altro.
E sì perché sarebbe davvero sciocco parlare del fatto che una misera SECONDA possa meritarsi 26… no dico, 26 PAGINE (e se avesse avuto una quarta????) di un famoso settimanale italiano: ITALIANO. Come si permettono di infangare i nostri giornali con queste storielle da poco conto.
Noi siamo abituati a ben altro!
Noi che… abbiamo scoperto l’America, noi che abbiamo avuto il Rinascimento, noi che abbiamo avuto degli eroi, noi che abbiamo avuto il Bunga-Bunga… Nicole Minetti… Ruby Rubacuori… per non parlare di Lui… l’inimitabile!

Prima di poter paragonare i loro scandali “Reali” ai nostri scandali reali… ce ne passa!
Ne dovete magnà de pagnotte!!!
Miei cari inglesi… pensate sia sufficiente far vestire in gonna i vostri uomini? Far credere al popolo che non avete i soldi per ristrutturare casa? Far morire una principessa? Far vestire di bianco la sorella della sposa? Far vestire da “pulcino pio” la nonna dello sposo? Far salire il vostro gatto sul tavolo?
E questi sarebbero scandali?
Il nipotino l’ha vista lunga… e ci ha pensato lui!
«Basterà farla vedere lunga a tutto il mondo… e vedrai quanto parleranno di noi!»
E così... il principino durante una festa, correndo giù per le scale, perde tutti i vestiti… e la principessa per ritrovarlo, fa spogliare tutti i damini del regno… è stato un duro lavoro, ma qualcuno lo doveva pur fare.
«Ma questo non basta nipotino mio…» esclama rassegnata la Regina «ci avranno dedicato sì e no due mesetti di gossip… e poi… puff…»
«Ci penso io, nonnina cara…»
E così… la giovane principessa, durante un’afosa giornata estiva, correndo giù per le scale (???) perde il reggiseno… “reggi”??? Ma che te reggi??? ‘na seconda???

La Regina è ormai furibonda!
Se avesse conosciuto prima la “poca profondità” della giovane principessa… non avrebbe certo permesso un così nefasto matrimonio.
Con questi scandali non si va da nessuna parte… e lei lo sa bene. Non può certo reggere il paragone con segretarie sotto le scrivanie, escort in parlamento, avventure con minorenni…
Ma vi prego… continuiamo comunque a parlare delle poppe di Kate… perché, per quanto scarse e poco scandalose… non vorrei proprio che la Regina Madre decidesse di risolvere la situazione mostrando le sue…


DIO CI SALVI DALLA REGINA.


Peta

Stile: Satira sociale (MasMas dixit ^_^)
Una delle pochissime notizie da cui ho preso spunto

Il forum di PescePiratA

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sabato 15 settembre 2012

Perché Pescepirata




Il progetto Pescepirata nasce ad inizio 2011 fa per una combinazione di eventi abbastanza improbabile.

Tipo che uno era bloccato all'aeroporto, un altro aveva una gomma a terra e senza soldi per prendere il taxi, a quell'altra la tintoria non aveva portato il tailleur che le sarebbe servito per una conferenza (che poi fece in jeans sdruciti e maglietta dei Ramones).
Del funerale non parliamo.
In più, dall'altra parte del mondo, c'era stata una specie di inondazione seguita da un terremoto...

SEMBRA FANTASCIENZA INVECE E' TUTTO VERO.

Ad ogni modo il progetto pescepirata nasce e si sviluppa; viene portato alla luce tassello dopo tassello, idea su idea, mattone su mattone, da un collettivo eterogeneo che trova un'alchimia che sa di magia.

Un collettivo di persone di diverse età, estrazioni sociali, etnie, religioni, gusti personali, sesso ed esperienze professionali. Uno di loro sta più sull'aereo che in terra, un altro odia volare e si muove perlopiù in bicicletta.
La tipa delle conferenze parla più inglese che italiano. E l'ultimo sarebbe capace di penetrare nel database della CIA se solo lo volesse (il fetente).

Alcuni partecipano attivamente, altri lavorano nei sotterranei. Alcuni si loggano in gran segreto per controllare. Ognuno ha un compito ben preciso che porterà a termine da buon pirata.

Perché pesce?

Pesce perché lo scrittore è un po' come un pesce: parla poco, è silenzioso, si muove rasente al fondale muovendo appena la coda. Eppure scruta tutto, vede perfino quello che succede alle sue spalle.
Poi nel nostro caso i pesci pirata sono piccoli (dovrebbero essere pesci tropicali ma esiste poca documentazione in merito) e SI MUOVONO IN BRANCO.
Da soli sarebbero innocui, quasi ridicoli con quei dentini... Invece in branco possono far paura a un pescecane.

Ma non sono piraha eh.. i pescipirati sono pesci bellini e molto più piccoli.

L'idea di un pesce in costante pericolo che si muove compatto e forma un branco che lo seguirà per tutta la sua vità, bhe calzava a pennello.

Poi Pirata...

No, nessuno ha pensato a Johnny Depp, ci siamo invece ispirati alla pirateria informatica che ha poco di distruttivo e tanto di etico...
Il concetto di pirata informatico oggi ha assunto un'accezione positiva, sposando in pieno la filosofia dell'web 2.0 Ovvero il voler rendere pubblico e accessibile il lavoro frutto del singolo o della collettività.

Guardate ciò che è stato fatto da Anonymous e osservate la loro filosofia (definita hacktivism il cui gioco di parole è semplice da comprendere), come hanno agito dall'onda verde iraniana alla Tunisia più recente.

Non aspiriamo a tanto ma ci ispiriamo tanto!!!

Il web 2.0 ha portato grandi cambiamenti nel modo della fruizione della rete, NON siamo più spettatori passivi, ne siamo parte. Siamo fruitori e creatori di contenuti e di informazione; non solo, per far questo operiamo in collaborazione e cooperazione.
La convivenza ha portato a un processo di autoregolamentazione, ed è quello che facciamo:
collettivo nella scrittura ma anche nella lettura e collettivo anche nell'editing. Ogni ruolo, ogni azione e soprattutto ogni singolo individuo, è importante.

Ognuno di noi è una spugna che attinge dagli altri per essere spremuto a sua volta.

In particolare abbracciamo il concetto di disintermediazione, perché vogliamo modificare quelli che sono i canali tradizionali. Uno per tutti e tutti per uno.

DISINTERMEDIAZIONE
OPENSOURCE 

giovedì 13 settembre 2012

londra 2012 - qualche tempo dopo


La cerimonia di apertura degli ultimi
giochi olimpici è stato uno degli eventi più chiacchierati dell’estate, quasi più chiacchierato della falsa gravidanza della Pellegrini.
C’è chi ha detto fosse troppo pop, chi ha detto troppo poco pop, chi ha giudicato la pettinatura di Paul Mc Cartney (io per dire), chi ha adorato l’assolo di Mr Bean, chi ha detto che sembrava una rivisitazione del Signore degli anelli.

Un dato di fatto è che la cerimonia di apertura ha dato modo a molti italiani di comprendere qualcosa del mondo Britannico, e, inevitabilmente di paragonarlo al nostro.
Ricordo che qualche tempo fa Venezia voleva candidarsi per ospitare i giochi del due e venti, certo i Veneziani sono gente dalle enormi risorse, ma resta che il villaggio olimpico di Londra è grande come (a spanne) Venezia, tanto per fornire un dato pratico.
La mia parte preferita della cerimonia di apertura è quella con Daniel Craig, perché qui non si scherza, Daniel è bello come il sole, gli devo la riscoperta di James Bond (agente segreto che avevo eliminato dalla mia vita e dallo scaffale dvd dopo aver visto un paio di Pierce Brosnan), se lo ascolto parlare in lingua originale capisco tutto così bene che quasi mi viene voglia di imitarlo, infine l’ho visto in costume da bagno azzurro e aderente e non l’ho trovato ridicolo, anzi mi è sembrata una persona di un certo spessore. L’attore ti fa la cerimonia, è un dato di fatto. Non posso non chiedermi chi avrebbero messo al suo posto se il tutto si fosse svolto in Italia.

Daniel Craig entra in scena, lo si vede raggiungere il palazzo reale, sta per andare a prendere la regina, e viene accolto da un trio di cani corgi. I cani corgi sono stata la mia seconda cosa preferita della cerimonia di apertura. Ho trovato l’idea divertente e ho iniziato a farmi un sacco di domande nel merito, senza mai curarmi di cercare le risposte. Mi chiedevo se i cani fossero attori o se fossero proprio i cani del palazzo, mi chiedevo nel caso fossero attori perché avesse preso proprio quelli, “magari la regina si è fatta dare una rosa di razze di cani attori disponibili e ha scelto i preferiti” mi dicevo. Se i cani erano i cani del palazzo sono cani privati favolosi, uno aveva fatto anche le acrobazie davanti a Daniel Craig. Oppure erano i cani del palazzo ma quello che hanno visto milioni di persone è il risultato di tagli di scene di giorni e di lunghe ore di lavoro di montaggio e i cani non hanno alcun merito se non di essere di bella presenza.
Il cane che aveva fatto l’acrobazia a Daniel Craig era bellissimo, mi immaginavo fosse una femmina, giacché anche io (da femmina) mi butterei per terra di pancia davanti a Daniel Craig, e comunque stava imitando una bond girl no?
Il cane, ho scoperto, era un maschio, si chiamava Monty, era proprio uno dei cani della regina. Prima di essere il cane di Elisabetta era il cane della Regina Madre. E’ morto il nove settembre, a tredici anni. La famiglia reale è molto triste e un pochetto anche io che mi affeziono al primo sguardo coi peli caldi.



Kerikaeffe

Qui la discussione sul forum.
www.pescepirata.it


lunedì 10 settembre 2012

L'amore ai tempi dei lucchetti.



Sembra una famosa canzone di Elio e Le storie Tese: lucchetti sì, lucchetti no, la terra dei lucchetti.

Mentre dilaga la "lucchetti mania" lanciata dallo scrittore Federico Moccia con il suo romanzo "Tre metri sopra il cielo" in cui i protagonisti si dichiaravano amore, mettendo un lucchetto a Ponte Milvio, oggi in Italia si pensa di rimuoverli.
È infatti notizia di questa settimana che il sindaco Alemanno ha deliberato di spostare la mole immensa di lucchetti in un museo, trasformando la grande scultura ferrosa in una mostra permanente.
Probabilmente qualcuno sta pensando che quei lucchetti sono un segno del nostro tempo, il risultato di un linguaggio nuovo o comunque un'icona, nel bene o nel male, di questi anni. Perché se non fosse così li avrebbero fusi e magari riutilizzati in altro modo, no?

Ma riusciranno a fermare i lucchetti d'amore? 
Pare di no...
L'avvistamento di nuovi lucchetti ora si sposta alla fontana di trevi con le chiavi gettate a far compagnia alle monetine, rendendo però difficile il lavoro dei recuperatori di monete.
Ma fosse finita qui! NO!

La moda dilaga anche fuori confine: a Parigi da qualche tempo mettere lucchetti è una delle cose più romantiche e à la mode che puoi fare. Ma non basta...
Anche a Madrid, tra una sangria e una tapas devi mettere un lucchetto! E anche a Siviglia e New York... New york, ci pensate, la città di Woody Allen... E poi in quante altre città non ancora segnalate fanno la loro comparsa i dolci e amati lucchettini dell'ammore!

Stanno cercando di distruggere una delle manifestazioni più romantiche di questo secolo! Ahinoi!

Perché?


Dicono che i lucchetti deturpino monumenti che avrebbero il diritto di mostrare la loro storica bellezza. Altri tirano in ballo l'ingegneria, paventando che ponti così antichi possano essere messi in pericolo dal peso dell'ammore. I più schietti dicono sia la cosa più cafona vista in questo secolo.

Forse l'invidia snob di tanti detrattori del Moccione Nazionale ha una parte in questa vicenda?
I sospetti ci sono... Sarà anche vero che i libri di Moccia sono orrendi collage di stereotipi che piacciono agli adolescenti. Sarà anche vero che Moccia non è Calvino e che in pochi trentenni sono riusciti ad andare oltre l'incipit di "tre metri sopra il cielo" (vedere qui il prode Alex che lo fa a pezzi).
Tuttavia lui, ha venduto milioni di libri, ha portato la ehm... letteratura alle scuole medie e con quei maledetti lucchetti ha diffuso una moda in tutto il pianeta.
Noi siamo capaci di fare altrettanto?

No, questo è certo.

E allora non ci resta che guardare fiorire questa lucchetti mania con la consapevolezza che nessuno la potrà arginare. Potremo tuttavia consolarci facendo finta che mentre Cathia (eccheccazzo ma chiamarla Catia no?!) ha il fondoschiena più bello d'Europa e lui, il protagonista, sta appollaiato sotto un'aquila di pietra, l'incipit più brutto mai scritto possa sorprenderci e prendere un'altra piega!
 
"Ma alle sue spalle qualcosa di strano stava accadendo.
Ci fu uno scricchiolio e piccole crepe serpeggiarono lungo la pietra poi l’aquila fu improvvisamente libera, nera come la notte ma soprattutto viva.
Sbattè le ali enormi quasi con incredulità lottando per non precipitare ma in un lampo il suo corpo reagì e l’animale schizzò in avanti prendendo quota fino a quando non avvistò la preda.
Un unico grido rimbalzò sulle pareti dei grattacieli, quindi si tuffò in basso per concludere la caccia.
Lui avvertì uno strappo alle spalle e d’un tratto fu in alto che guardava la sua moto sfondare la vetrina di un negozio.
Quando l’aquila raggiunse un’altezza sufficiente aprì gli artigli perché la preda si rompesse le ossa nell’impatto con il suolo, facilitando il suo pasto.
Lui morì quasi nel punto in cui era caduto con la sua moto, giorni addietro, vicino al bottone mancante che lo attendeva al bordo della strada, nascosto nell’erba alta." (Alex)

Black Bart

Stile: satira sociale
Notizia: http://www.dire.it/HOME/roma_libera.php?c=45938&m=3&l=it
www.pescepirata.it

CONTEST LETTERARIO


Si ricorda che è in corso un contest letterario: "È l'amico È"

REGOLAMENTO:

Lunghezza: max 7200 battute spazi compresi.
Istruzioni: il contest prevede il coinvolgimento di uno o più partner. Le opzioni sono:

- scrivere una storia a quattro mani o più mani con altri utenti del forum (o nuovi iscritti);
- scrivere una storia su una o più persone esterna al forum, di cui questi siano il/i protagonista/i. La persona o le persone dovranno iscriversi al forum e commentare il racconto dimostrando di esistere;

Genere: libero.
Scadenza: 30 settembre.
Premi: Ai primi TRE RACCONTI classificati saranno assegnati i seguenti premi:

1°: Nr 1 portachiavi di pescepirata + n° 5 libri
2°: Nr 1 portachiavi di pescepirata + n° 4 libri
3°: Nr 1 portachiavi di pescepirata + n° 3 libri


i libri in palio sono:

- Alberto De Poli - incubi a Nordest (la gru)
- Simone Marzini - Portello Pulp (la gru)
- Sara Vannelli - Mentre tutto cambia (lulu)
- Monica Carlino - Amanti di carta (Ed. Adef)
- Luca Fadda - La prigione delle paure (ed Nulla Die)
- n° 3 copie di "Dove si incontrano gli angeli" di Michelucci-Cecconi
- n° 3 copie di "Sapori D'Africa" di Aisha Fall
- Cristina Bergomi - Imperfetto futuro (0111 Edizioni)


Qui le recensioni e le copertine dei romanzi.
Giuria: i racconti verrranno giudicati da una giuria popolare attraverso un sondaggio.

Modalità di partecipazione: Ogni gruppo potrà partecipare con un solo racconto, ed ogni utente potrà fare parte di un solo gruppo. Tutti i racconti devono essere inseriti come allegati dentro a questo forum. I premi verranno spediti ad un solo nominativo designato dal gruppo. Nel caso di racconti mono autoriali il protagonista reale a cui è ispirato il racconto dovrà iscriversi e commentarlo sul forum entro la scadenza.


P.S.: Si ricorda che è possibile partecipare anche con racconti scritti da soli, non è obbligatorio avere un partner di scrittura. L'importante che uno dei personaggi sia ispirato ad un vs amico.

info: staff@pescepirata.it
Qui la bacheca annunci per ricerca partner di scrittura.
Questo il Forum principale del contest in cui sono presenti tutti i dettagli.


venerdì 7 settembre 2012

Alex Zanardi



Zanardi vince l'oro nell'handbike

Alex arrivò al cospetto di San Pietro. Lo guardò dal basso in alto, da seduto sulla sua carrozzella. San Pietro lo fissò severo: “Dunque dunque, chi abbiamo qui: Zanardi, eccoti sull’elenco.”
“Sì, sono io. È arrivato il mio momento, a quanto pare.”
“Già. A dire il vero,” disse San Pietro aggrottando la fronte tanto da far toccare le sopracciglia cespugliose: “La tua ora doveva essere tanto tempo fa.”
“Senti Pietro, non è certo colpa mia se sono sopravvissuto,” sorrise Alex.
A Pietro si colorarono gli occhi di fuoco: “Senti, qui a noi non piacciono i presuntuosi. Dovevi arrivare dieci anni fa, da quella pista in Germania. Invece hai combattuto tanto nel coma da riuscire a sfuggire alla morte.”
“Sì, quella è stata la mia più grande vittoria, eh?”
“Lo puoi ben dire. Ma poi non ti sei accontentato. Ne hai fatte di tutti i colori, hai perfino vinto alle olimpiadi!”
Alex continuò a sorridere mentre gli occhi gli si illuminarono come due stelle.
San Pietro continuò: “Adesso magari ti aspetteresti, visto che sei diventato un’anima, di tornare a camminare, eh? Rivorresti le tue gambe, eh? Beh, e se io ti dicessi che non te le vogliamo dare? Che dovrai pagare tutta la tua presunzione? facile quando si è già ricchi e famosi. Adesso sarai un signor nessuno come gli altri.”
La luce negli occhi di Alex si appannò come le stelle dietro una nuvola.
“Ecco, adesso hai capito chi comanda qui, bene.” Disse San Pietro, poi sorrise sbieco dietro la folta barba: “Questo è il regno dell’Altissimo, la Sua misericordia non conosce confini: le avrai lo stesso, le tue gambe.”
La luce negli occhi di Alex si spense, ma il suo sorriso tornò a rafforzarsi: “Le vostre gambe non mi servono. Fammi solo passare.”
Così dicendo Alex spinse con le braccia le ruote della sua carrozzella e sfilò accanto a San Pietro, oltre le porte del paradiso.

“Prima che iniziassero le paralimpiadi ho letto un lungo articolo sul Venerdì di Repubblica. Tutto l’articolo era incentrato su Zanardi. Mannaggia, mi sono detto! Fanculo, potevano parlare anche di Matteo Betti o di migliaia di altri signor nessuno, invece di Zanardi parlano! Poi ieri ho visto che ha vinto l’oro. Quell’uomo è una forza della natura. Perse le gambe ha iniziato a competere in tutti i modi e ha sempre vinto. Lo ammiro davvero, è un esempio e forse è andato alle parolimpiadi proprio per dargli più visibilità.” - Black Bart

MasMas

Stile: racconto ispirato
Notizia principale: http://www.gazzetta.it/Paralimpiadi/05- ... 0889.shtml


Su pescepirata qui.


giovedì 6 settembre 2012

Vita da pirata

Decalogo per il buon pirata (le regole sono 13, lo so)

Il pirata non agisce per tornaconto personale, agisce per il bene della comunità, se le sua azioni gli portano vantaggi personali va bene, purché non siano finalizzati solo a quello. Se un pirata entra sulla nave e vuole promuovere il proprio libro poi un attimo dopo scompare, o rimane unicamente per quel fine, non è un pirata. Sarà gettato a mare (lui e il suo libro). Se un pirata si aggira sulla nave per sentirsi figo, per mettere in mostra il proprio sapere senza però metterlo in condivisione, il pirata sarà relegato in un angolo buio della stiva, con un cartello "millantatore" al collo.

Se un pirata fa sesso con le donne degli altri, e viene sgamato, non può dire che sta cementando i rapporti con la community, che il suo è spirito di aggregazione. Non vale.

Se un pirata vuole essere letto deve leggere le cose degli altri. Non è che gli altri pirati siano a sua disposizione. Inoltre, se vuole essere letto, poi, deve accettare i commenti, sia positivi che negativi. Alimentare un dibattito costruttivo su una critica negativa può essere utile a tutti, alimentare un sterile polemica è noioso e contrario alla vita da pirata.

Se tu, piratessa sexy, fai strage di cuori e usi i corpi dei mariti delle altre piratesse, restituendoli malmessi, non dire che stai studiando anatomia. Eh, dai...

Se un pirata vuole essere commentato deve commentare i testi degli altri.
Il buon esempio paga sempre. Non puoi pretendere che blablabla gli altri siano al tuo servizio blablabla ti riempano di commenti blablabla e tu non commenti mai gli altri (blabla).

Se un pirata arriva e si suicida, il corpo va gettato in mare. E' vietato metterlo in freezer e farne un polpettone da far mangiare alla ciurma (vero Anna Redlie Giraldo?!)

Se un pirata ha un testo su cui lavora, aiutato da altri pirati, questo non lo esonera dal lavorare sui testi altrui. Se devi essere editato anche tu devi editare gli altri. Editare non è una cosa professionale, tutti gli scrittori possono farlo e qui sulla nave siamo pieni di scrittori, aspiranti, esordienti, bravi o meno bravi. Oltre che farti bene è contribuire all'editing collettivo, all'unione della ciurma e alla riuscita del progetto di laboratorio condiviso.

Se un pirata mangia tutti i giorni patate e purè, un grazie a MasMas deve dirlo ogni tanto. Perché MasMas è buono e gentile ma poi arriva il giorno che s'incazza e sono guai.

Se un pirata è un autore e chiede, o accetta, di mettere un proprio testo nel laboratorio per ricevere un lavoro gratuito, anche duro, complicato, a volte noioso, da parte di altri pirati, deve fare il possibile per portare a termine il lavoro. Se ti hanno editato e non sistemi il testo o ti prendi una pausa di mesi, hai tradito lo spirito della community e il tempo che gli altri hanno messo al servizio del tuo testo (gratis).

Se finisce la carta igienica il pirata che l'ha finita è tenuto a mettere un rotolo nuovo nel bagno. La finestra non è messa lì per caso, è fatta apposta per il cambio d'aria.

Se commenti i testi degli altri ricorda sempre che Leopardi è morto e sepolto. Sii tecnico ma anche no. Cerca di essere costruttivo, aiuta l'autore a vedere i propri tic letterari, i propri limiti, gli errori, ma fallo nel rispetto della sua sensibilità. E ricorda che è molto meglio una virgola fuori posto che un testo senza anima.

Se un pirata chiede rispetto ma non è disposto a darlo, sarà invitato a stare qualche giorno sull'albero maestro. I gabbiani amano riempire di cacca i bersagli facili...

Siamo degli inguaribili cialtroni, non ci prendiamo quasi mai sul serio, tuttavia quando ci mettiamo di buzzo buono ci diamo dentro e riusciamo a fare le cose come si deve. Poi scappa la battuta, a volte sgraziata o fuori luogo, off topic. Lo si fa perché in nave ci si sente come fratelli, amici. Siate comprensivi, scazzottatevi ma solo in taverna e un minuto dopo amici come prima.

Lo staff

mercoledì 5 settembre 2012

I contorsionismi di Marchionne.









Una volta il problema degli stabilimenti italiani Fiat era la produttività. Sì, perché noi siamo un popolo pigro, siamo “quelli del sud” fondamentalmente siamo P.I.I.G.S.. Lavoriamo poco, prendiamo pause inutili, facciamo feste in orario di lavoro col risultato di migliaia di automobili non prodotte.
E tutti a dire: dovete produrre di più, aumentare la produttività, che altrimenti tocca chiudere degli stabilimenti e trasferirci all'estero. Il problema principale quindi pareva essere quello di produrre più automobili, aumentare quindi la capacità produttiva. A quel tempo Marchionne spingeva per modificare i contratti di lavoro interni diminuendo pause e comprimendo i diritti dei lavoratori, il diritto di sciopero e altre quisquilie. Una politica da più parti vista come “apripista” per una riforma generalizzata dei contratti nazionali. Poi attaccava a più riprese la Fiom, il maggior sindacato dei metalmeccanici, fino a promuovere un lunghissimo braccio di ferro legale tra l'azienda torinese e il sindacato. Infine cancellava Fiat da confindustria, uno schiaffo in faccia al mondo imprenditoriale che per decenni aveva condizionato.

Oggi la situazione pare essersi capovolta, il problema non è più la bassa produttività ma, anzi, la troppa produttività. Esticazzi!

Cioè ora si dice che in Italia e più in generale nel mondo, il problema è che il mercato non assorbe tutta la capacità produttiva, quindi non rimane che chiudere stabilimenti e sfoltire il personale con qualche migliaia di licenziamenti. Logico no? Recentemente l'AD ha perciò dichiarato:“In Italia c'è uno stabilimento di troppo”, senza dire che in Europa sono già previste cinque chiusure di stabilimenti di Iveco.
Del resto gli ultimi dati di mercato sono disastrosi e anche lui sembra essere impreparato a questo scenario: “”Mercato mai così in basso”, in agosto il settore auto ha infatti registrato una perdita di 20%. BAM!

E con chi se la prende il Marchionne nazionale? Con il suo più grande concorrente: Volkswagen! Sì perché l'azienda tedesca fa concorrenza sleale, applica sconti fino al 30% per abbattere i competitors e aggiudicarsi le quote di mercato altrui, “un bagno di sangue!”
Forse viene a galla un po' di verità: cioè che le politiche nazionali tedesche in entrata nell'Euro hanno massacrato la concorrenza a tutti i livelli. La riforma Hartz del 2002, fatta, caso strano, dall'ex capo delle risorse umane di Volkswagen parrebbe infatti responsabile della compressione salariare e della precarizzazione che hanno creato le condizioni di un anomalo export e perciò di un surplus enorme dell'economia tedesca. Maledetta Volkswagen!

Insomma: no ai sindacati (specie quelli che rivendicano diritti), aumentare la produttività, chiudere stabilimenti per troppa produzione, fanculo ai concorrenti sleali, comprate più auto (teste di cazzo!) e abbasso i tedeschi.

Certo è che l'effetto simpatia del nostro Marchionne dilaga, trova consensi su tutti i fronti tanto che oggi comprare una Fiat è quasi una sfida al buonsenso.
Tuttavia per essere manager super pagati mica si deve essere simpatici!

Vignetta imperdibile di Makkox!

Black Bart



ULTIMA ORA:
Marchionne: "Temo che la luce in fondo al tunnel sia quella di un treno".
Che simpatico umorista!



Stile: satira sociale (?)
Rif notizia principale: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 15898.html