lunedì 31 dicembre 2012

Bollettino di navigazione, 31 dicembre, secondo anno in mare



Scrivo in vece dei capitani perché ho fatto una scoperta eccezionale: Black Bart è Babbo Natale! Dicono sia stato visto aggirarsi sulla terraferma in costume rosso e bianco. Non ci credete? E quei rumori di campanelle nel ponte più basso della nave? E quel puzzo di renna che fa sempre? Hai voglia a dire che non si lava... E quella carne di capriolo (dice lui) che ci ha dato il 26 di mangiare cos'era se non renna? Ha fatto sparire le prove, capite?
E il capitano Anne? Oddio, se Black... Vi farò sapere...

La nave procede filando spedita e sicura sul confine tra il nuovo e il vecchio anno, sul limite tra realtà e immaginazione, sul punto dal quale possiamo lanciare sortite dal nostro triste quotidiano nella materia di cui è composta la fantasia.

Nelle ultime due settimane una folla di elementi poco raccomandabili, quasi una squadra di calcio, si è aggiunta alla ciurma. Andate a salutarli, ma con rispetto perchè il branco è sempre pericoloso, in Giuramento.

A parte questa gentaglia, le nave è comunque in fermento nel segno delle sfide.
La sfida de 'Le mille morti dell'uomo delle stelle' si è conclusa con un colpo di scena: i due finalisti a parimerito si sono lanciati in un duello per decidere il vincitore supremo. Si verserà molto sangue? La trovate in Area Contest, dove stano anche per chiudersi le votazioni del quinto contest 'Vasco Rossi, il culo di Belen e il gattocane'; ormai i giochi sembrano fatti, tra colpi di scena, voti che vanno e vengono e chi più ne ha più ne metta. Ma non è detta l'ultima parola.

In Editatemi, oltre a continuare i lavori già in corso, una pirata vuole partecipare a un concorso e sta editando con noi il suo racconto.

E come non chiamare sfida sempre in corso i due lavori di Elisa e Peta in Scrittura assistita?

E come non chiamare sfida la lotta strenua combattuta dal capitano in Spazio autori per venire a capo della votazione del racconto del mese di Ottobre? Beh, è stata persa, tanto da dover rendere nullo il voto. Ma almeno qui ci sono anche quattro nuovi racconti più le puntate di un racconto lungo, se volete leggere e commentare.

E come non chiamare sfida il tentativo di commentare l'attualità dal punto di vista dei pirati con nuove news in News & Rum?

E come non smetterla con questa storia del chiamare sfida? Meglio và.
In Mondo web si è parlato di un paio di siti dove trovare racconti e materiale gratuito, oltre che la raccolta natalizia di Fralerighe. In Esperienze editoriali c'è chi chiede opinioni sul print on demand e su editori senza contributo economico. E si parla di una sorta di un editore che fa progetti di antologie in Editoria amica.
Completano l'opera un nuovo libro recensito in Il libro sul comodino e una nuova classifica in Top 10 romanzi di sempre e tante chiacchiere su ricordi, auguri, Natale e facezie in Taverna.

Bene, come sempre non mancano cose da fare per digerire tutto quel che abbiamo ingollato e ancora ingurgiteremo in queste feste. Ok, leggere e scrivere non è che consumino grandi calorie, ma pelare patate sì :) E allora alzo al cielo la mia sciabola pelatrice e grido: alla via così!


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domenica 23 dicembre 2012

Bucaneve di Yukie

Un racconto di Natale, una piccola perla.
Lo dedichiamo a tutti i lettori di Pescepirata e anche gli amici, gli utenti, i pirati, i matti. Quelli che scrivono e quelli che leggono. Quelli che hanno bambini e passeranno con loro il Natale e quelli che invece andranno fuori con qualcuno a fare casino. Lo dedichiamo anche a quelli che a Natale sentiranno la mancanza di un famigliare che non c'è più. Quelli che hanno disperato bisogno di amore. O di un amico.
Buon Natale a tutti, buon Natale.


Bucaneve

Lucilla aveva cinque anni quando le parole si erano fermate.
Se la ricordava bene quella giornata. La mamma aveva scavalcato la ringhiera del ponte e si era gettata nel vuoto, in un silenzio irreale, spezzato solo dall’impatto col fiume. Gli spruzzi d’acqua si erano levati alti intorno al corpo poi, ripiegandosi come lingue affamate, l’avevano spinto dentro quella gola molle e scura.
Lucilla era rimasta con le manine aggrappate ai tubi della ringhiera fino a quando un uomo le si era avvicinato. Lei avrebbe voluto raccontargli che il fiume si era mangiato la mamma, ma le parole, spaventate, si erano nascoste in qualche anfratto del cuore, dove il frastuono dei battiti copriva tutto.

Erano passati tre anni e non erano tornate. Sentiva di averle ancora, da qualche parte, ma se ne stavano lì, assopite come i bucaneve sotto il manto dell’inverno, in attesa di un raggio di sole che le svegliasse.

– Dammene un altro – borbottò Arturo, allungando sul bancone una banconota spiegazzata.
– Hai bevuto abbastanza, mi pare – replicò il barista.
Con un mugolio irritato Arturo si riprese i soldi e scese, un po’ impacciato, dallo sgabello. Tirò su i pantaloni rossi che gli stavano scendendo e sistemò meglio la gommapiuma sotto la giubba, stringendo la cintura. Poi si calò sulla testa il berretto a punta, facendo ricadere il pon pon sulla schiena. La barba bianca era vera, frutto di dieci anni di incuria.
Nell’uscire dal locale incespicò sui suoi piedi e quasi cadde, scatenando l’ilarità dei pochi presenti.
– Ce la fai Babbo Natale, o dobbiamo chiamare le tue renne a sostenerti?
Senza neanche girarsi, Arturo rispose alzando il dito medio.
Fuori dal locale, l’aria tersa e ghiacciata tagliava come un rasoio. Un colpo di tosse gli fece risalire il catarro in gola; Arturo lo fece gorgogliare in bocca e lo sputò, con un lancio che finì a un niente da un paio di scarpine lucide di pelle marrone. Alzò lo sguardo sui pantaloni di fustagno, il cappottino a quadri, la sciarpa e il berretto di lana che incorniciavano un piccolo viso congestionato, con occhi e bocca spalancati su di lui.
– Beh, che hai? – gli chiese torvo. – Sparisci! – E siccome il bambino non accennava a muoversi gli soffiò contro un – Pfuu – che lo fece scappare urlando: – Mammaaa...
Schifo di lavoro, li detestava i mocciosi. Ma se non accettava incarichi come quello, con la sola pensione non arrivava a fine mese.
La patente gliel’avevano ritirata per guida in stato di ebrezza. Si fregò le braccia per scaldarsi e si incamminò barcollando verso il centro commerciale.

Lucilla la muta, questo era il suo nome in paese.
In un mondo che dà retta a chi grida più forte, il silenzio l’aveva resa un fantasma. Le maestre si avvicinavano a lei solo per consegnarle i fogli delle prove scritte. I compagni le passavano davanti senza dare segno di vederla. Anche in famiglia era lentamente scomparsa. Padre e fratelli si erano abituati alla sua inconsistenza, non tentavano nemmeno più di comunicare con lei.
Per quello era tornata sul ponte, dove la mamma la chiamava con voce di vento e acqua. Pensava che se anche lei si fosse gettata, avrebbe potuto parlare con la mamma per sempre.

– Oh oh oh!

I tre oh gli uscirono in progressione, uno più forte dell’alto. Il velo appannato davanti agli occhi si schiarì in un istante e la lucidità prese il sopravvento perché, porca puttana, era una bambina quella che stava scavalcando la ringhiera del ponte!
Arturo si lanciò in una corsa affannata. Con le mani protese, afferrò la piccola un istante prima che si lanciasse e la tirò indietro, cadendo sulle pietre di granito azzurro con lei in braccio.
Si rialzarono, uno di fronte all’altra, e Arturo la guardò intimidito: cosa diavolo si dice a una bambina che ha tentato di buttarsi nel fiume? Lui non ci sapeva fare coi ragazzini. Ma questa gli sgranava gli occhi addosso in silenzio, doveva pur dirle qualcosa.
Approfittò del costume di scena: – Che regalo vuoi per Natale?

Anche a Lucilla si schiarì la vista, quella del cuore. Capì cos’era andato storto tre anni prima, il gesto che era mancato. Nessuno era venuto a fermare il volo della mamma.
Ma il suo sì, e forse non era una bambina invisibile, se si era accorto di lei perfino Babbo Natale.
– Puoi ridarmi le parole? – Era questo il dono che voleva chiedere. E l’aveva chiesto! La voce era uscita dalla gola, sottile e accartocciata, ma udibile. Le sue parole, come bucaneve, avevano rotto il gelo e mostravano il bocciolo, ripiegato ma pronto a schiudersi.
Babbo Natale l’aveva guardata con stupore, forse si aspettava una richiesta più tradizionale - una bambola o un servizio da the in miniatura - ma aveva esaudito ugualmente il suo desiderio. Lucilla lo abbracciò forte, con il cuore gonfio di gioia, urlando quel – Grazie! – gioioso e sonoro, che finalmente poteva dire; poi si girò e corse via.

Arturo si strinse nelle spalle: non ci aveva capito nulla. Ma almeno la bambina era scappata dalla parte opposta al fiume; se non stava andando a impiccarsi, per il momento era salva. Attraversò il ponte e continuò il suo percorso verso il centro commerciale.
Mezz’ora dopo era seduto su un trono di velluto rosso, accanto a una gigantesca renna meccanica che muoveva la testa e un abete monumentale, addobbato con luci a intermittenza. Gli altoparlanti diffondevano jingle natalizi.
– Come ti chiami, piccola?
– Anna.
– Anna, sicuro. I miei elfi mi hanno detto che sei stata buona quest’anno e che ti meriti tanti regali – recitava Arturo, tirandosi la bambina a sedere sulle ginocchia. – Ti piacciono le caramelle? Prendine una…

Lucilla arrivò di corsa nella piazza del paese e si mise a saltellare intorno alla fontana, folle di allegria e incurante delle persone che si fermavano attonite a guardarla.
Cantava.



Yukie
Giuliana Acanfora



giovedì 20 dicembre 2012

Lettura: eredità preziosa


La lettura, per chi già la ama, è un sommo piacere. Entrare nelle pagine di un libro e farsi trasportare dalle parole, è il più bel viaggio che si possa fare rimanendo fermi nello stesso posto. Non parliamo poi delle sensazioni che provocano la carta stampata sotto le dita, il profumo dell'inchiostro, il fruscio delle pagine. Ma come riuscire a trasmettere questa passione?

Parola d'ordine: prendili da piccoli!
Leggere con i bambini, fin dalla primissima infanzia, ha indubbiamente notevoli vantaggi, per lo sviluppo del pupo. Aiuta a sviluppare la competenza linguistica e cognitiva.
Ascoltando la lettura, si favoriscono inoltre la concentrazione e la riflessione. E come scordare la musicalità delle filastrocche? Fondamentale il ritmo, come aiuto alla memorizzazione: ancora oggi, per ricordarmi quanti sono i giorni del mese, ricorro a 30 dì conta Novembre, con April , Giugno e Settembre...
Ingrediente necessario per creare l'atmosfera di magica complicità fra lettore e spettatore, è il divertimento.

Il verbo leggere non sopporta l'imperativo. (Pennac)
Il primo consiglio quindi è di leggere con piacere. Può essere estenuante rileggere sempre le stesse cose, tuttavia è di aiuto al bambino per comprendere meglio la storia, che magari vorrà poi raccontare con le sue parole. Se invece si ha a che fare con ragazzi più grandi, è opportuno lasciare a loro la scelta di cosa e come vogliono leggere. Buona norma sarebbe instaurare una visita settimanale in biblioteca, senza però imporre i propri gusti o i propri giudizi. Ricordo quando a 11 anni ho voluto cimentarmi ne "I promessi sposi": l'avevo più o meno apprezzato, ma avevo capito meno della metà di ciò che era scritto... Eppure la libertà di leggere qualcosa di "più grande di me", era inebriante.

Una tecnica si può imparare a scapaccioni: così la tecnica della lettura. Ma l'amore per la lettura non è una tecnica, è qualcosa di assai più interiore e legato alla vita, e a scapaccioni, veri o metaforici, non s'impara. (G. Rodari)
Non è necessario drammatizzare ogni scena e "fare la voce" per ogni personaggio. L'importante è che la lettura proceda in modo chiaro e con la giusta velocità, lasciando il tempo a chi ascolta, di formarsi delle immagini mentali di ciò che si sta leggendo. L'ambiente rilassato e confortevole, senza fonti luminose troppo intense o distrazioni sonore, è la base per poter entrare nel mondo incantato creato dalla lettura. Uno spazio dedicato a questa attività, diversa dal gioco, aiuta a rendere ancora più speciale il momento delle "coccole letterarie".

Un capolavoro letterario non è altro che un vocabolario in disordine. (J. Cocteau)
La lettura, per chi già la ama, è un sommo piacere. E come tale, ci si deve rapportare ad essa con leggerezza, cercando di trasmettere il diletto, senza appesantirlo con giudizi assoluti o imponendo solo il proprio modo di vedere le cose. Quei graffi sulla pagina, riempiti di inchiostro, sono i gradini che usa la mente per poter volare: non hanno bisogno di ringhiere o barriere.

per chi volesse approfondire:
Nati per leggere :http://www.natiperleggere.it/
Leggere e capire: http://www.unifi.it/mcpasn/eric_carle/Leggere%20e%20capire.pdf



Barbara
Pescepirata.it 


Lo stesso argomento sul forum, qui.



mercoledì 19 dicembre 2012

Votazione 5° contest letterario Pescepirata

Si votano i 24 racconti in gara per il 5° contest di pescepirata.

Regolamento votazione:

- possono votare tutti gli utenti iscritti, non saranno tuttavia ammessi voti di utenti con medesimo IP (ergo: siamo sportivi suvvia, non barate!)
- si possono dare 2 (due) voti per ogni utente
- i voti vanno dati insieme, non si possono dare in momenti diversi, una volta data la conferma non si potrà dare il secondo voto se ne avete dato solo 1
- se vi sbagliate a dare i voti, amen. Scusate ma non è possibile aggeggiare nel database: state attenti a non sbagliarvi.
- i racconti che hanno usato più chiavi hanno i 2 punti in più messi da noi (nel caso rileviate errori segnalatecelo)
- nel caso di racconti arrivati a parimerito sceglierà lo staff quale premiare in base alle proprie valutazioni (insindacabili). Questo per evitare di fare 15 magliette per exequo (e bancarotta).
- si possono, contestualmente ai voti, dare giudizi ed esprimere le proprie preferenze, ma non condizionate la gara. Ricordate che qualcuno potrebbe rimanerci male per una critica.
- per noi avete già vinto tutti, sia che riceviate molti voti o pochi (chissenefrega).


N.B.. Abbiamo formattato tutti i testi con medesime regole. Pagina A5, font Times New R 12. Abbiamo anche creato i pdf. Consigliamo di leggere i testi sistemati per non farsi condizionare da cattive formattazioni.
Ci sono 2 racconti "fuori concorso" (Consiglio e Robbo) perchè hanno sforato ampiamente il limite di caratteri. Per noi sono da leggere e saranno comunque oggetto di selezione per l'antologia (quando e se).


LA VOTAZIONE SI CHIUDERA' A FINE DICEMBRE.

Buona lettura

Questo il posto in cui esprimere il voto sul forum.

lunedì 17 dicembre 2012

Bollettino di navigazione, 17 dicembre, secondo anno in mare



Scrivo in vece dei capitani perchè ormai è Natale! Siamo tutti più buoni, sicchè...

La nave procede su un mare di sciroppo dolce, sollevando onde di zucchero filato sospinta dal vento freddo che porta l'odore di panettone appena cotto.
Dalla cambusa vengono gioiosi canti di Natale dei membri della ciurma travestiti da elfi che preparano caramelle, cioccolate, biscotti e rum dolce al sapore di lampone.

Tutta 'sta roba da magna' avrà attratto i quattro nuovi imbarchi: salutateli con un gioioso canto piratesco natalizio in Giuramento.

A pranzo, tra tortellini, cotechino e purè (in quantità), in Taverna si è parlato della grande novità del prossimo anno, l'Associazione Culturale PescePiratA! Andate a dire la vostra.

Come vedete, tra avanzi di pandoro a merenda, cenette con capitone e dolci al mascarpone, salamini e vin brulè preprandiali, l'attività non è mancata:
Il contest 'Vasco Rossi, il culo di Belen e il gattocane' è appena finito, ora tocca votare ben 25 racconti! Sarà dura, io comincio subito, li trovate in Area contest.
Ancora aperti diverse sfide rapide in Allenamento, comunque.

Finita la trippa al sugo? Annaffiato di grappa? Allora datevi al solito da fare settimanale: in Editatemi almeno tre lavori in corso;
in Scrittura assistita Sempre attivi i romanzi di Peta ed Elisa;
in Spazio autori Almeno sei nuovi racconti da leggere e commentare.

Dopo la merenda di maialino arrosto e dessert di torta Sacher ci si riposa leggendo: uscito il numero 6 crime di Fralerighe, la nostra rivista gemella, in Mondo web;
cinque nuove recensioni in Libri sul comodino, piccoli editori che hanno tanto da dire;
e in Gazzetta dei concorsi Ria ci mostra cosa sa fare coi pennelli parlando di un concorso per illustratori.

OK, passa quel panettone; mettici dentro il purè avanzato, farcisci di datteri e abbacchio, e le tagliatelle ai quattro formaggi. Intanto in tecnica ci guardiamo l'ultimo spunto di Yukie, poi ci sta la pennichella...

Oh no, Capitano, proprio adesso a lavare il ponte? Ma non ti è venuto il diabete con tutto questo parlare di mangiare? Accidenti, speravo...
Vabbè, vado, che intanto butto la letterina di Babbo Natale in bottiglia tra i flutti, che non si sa mai che la prossima volta il bollettino lo scrivi te...
Ah, eccolo, lo vedo volare alto nel cielo con le sue renne! Ma, sta parlando, dice qualcosa! Aspetta, lo sento... dice... "Alla via così!"

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Appunti di scrittura creativa di Yukie: 7 - La stanza bianca



In narrativa, oltre a conoscere le tecniche che si possono utilizzare, è bene fare anche attenzione agli errori da evitare. Uno di questi è l’effetto “stanza bianca”.
Leggiamo questo dialogo:
“Dottoressa, cerco di condurre la mia vita sociale con discrezione. Al momento non frequento nessuno in particolare.”
“Questo la rende nervoso, Ted?”
“Non più del normale.”
“Che cosa la rende nervoso?”
“Nervoso? Non saprei rispondere a questa domanda. Le solite cose che rendono nervosi tutti. Il costo della vita, quando il bambino si ammala…”
Abbiamo due persone che parlano: Ted e una dottoressa. Capiamo che il rapporto tra i due è piuttosto formale, si danno del lei e Ted risponde senza ribellarsi alle domande inquisitorie della dottoressa. Ma dove ci troviamo: in uno studio medico, in tribunale, in un talk show televisivo? Non si sa.

L’effetto stanza bianca avviene quando i personaggi parlano “in mezzo al vuoto”, quando il lettore non ha sufficienti elementi per collocarli in un’ambientazione.

In realtà il brano precedente è un estratto del libro di Avery Corman “Kramer contro Kramer” a cui ho volutamente tolto i riferimenti spazio/temporali. Questo è l’estratto nella sua interezza:
Il giudice nominò due psicologi incaricati di esaminare le case e le personalità delle parti in causa. Una sera di un giorno feriale arrivò nell’appartamento di Ted una signora paffuta sui quarant’anni, che non sorrideva mai.
(…)
“Dottoressa, cerco di condurre la mia vita sociale con discrezione. Al momento non frequento nessuno in particolare.”
“Questo la rende nervoso?”
“Non più del normale.”
“Che cosa la rende nervoso?”
“Nervoso?”
La sua presenza, il processo, Joanna, il suo avvocato, il giudice, il fatto di essere giudicato sulla parte più importante della mia vita.
“Non saprei rispondere a questa domanda. Le solite cose che rendono nervosi tutti. Il costo della vita, quando il bambino si ammala…”
“Benissimo. Vorrei parlare con il bambino, se permette. In privato.”
Proprio sulla porta della sua camera, Billy stava costruendo una metropoli…
Adesso, pur essendo un frammento, è molto più completo: sappiamo che la conversazione si svolge a casa di Ted e che dal suo esito dipenderà l’affidamento del figlio Billy.
È importante che sia sempre chiara la collocazione dei personaggi, altrimenti la conversazione rischia di passare in secondo piano, perché il lettore passa il tempo a domandarsi dove diavolo si trovano. E se non riesce a immaginarlo non potrà entrare veramente nella storia e “viverla” come se fosse reale.
Vediamo un altro dialogo:

“Attento Billy, un’astronave ci attacca da destra!”
“Maledetti alieni! Ora gliela faccio vedere io. Prendi questa bomba, mostriciattolo.”
“Ben fatto, l’hai distrutta.”
“Arriva un altro gruppo di astronavi nemiche, pronto a combattere Mike?”

Ok, nemmeno qui ci sono riferimenti ambientali, ma dal dialogo possiamo evincere che i due si trovano a bordo di un’astronave e sono impegnati in una battaglia contro gli alieni. Giusto?
Sbagliato. Perché la scena prosegue così:

“Ancora davanti a quella playstation? Spegnetela, che vi frigge il cervello, e andate a giocare a pallone.”
“Ancora un minuto mamma, abbiamo quasi superato il secondo livello.”

Ecco, l’ambientazione è arrivata, ma è tardiva. Perché eravamo convinti di volare con due eroi dello spazio e trovare due ragazzini seduti sul divano ci spiazza. Non è che non si possa fare (non esistono divieti in narrativa) ma bisogna farlo con criterio. Se il dialogo “fuorviante” si limita alle battute scritte sopra può essere ancora accettabile, ma se prosegue così per pagine e pagine e solo alla fine scopriamo che è tutto un gioco, rischiamo di giocarci anche il lettore, che si sentirà preso in giro e non sarà più disposto a seguirci nella storia che gli raccontiamo.
Quindi attenzione all’effetto “stanza bianca”: cerchiamo di tratteggiare sempre l’ambientazione dove si muovono i nostri personaggi. Bastano anche pochi elementi, l’importante è che il lettore sappia cosa immaginarsi.

Esercizio: Riprendi questo dialogo e inseriscilo in un contesto.

“E adesso, come hai intenzione di muoverti?”
“Ci devo pensare. Non è facile, ma non mi do per vinto.”
“È l’atteggiamento giusto. Ma non so se questa volta ti servirà.”
“Questo lo vedremo. Ho ancora delle carte da giocarmi.”




Yukie
Pescepirata.it 


Lezione nr 1
Lezione nr 2
Lezione nr 3
Lezione nr 4 
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Lezione nr 6

venerdì 14 dicembre 2012

Recensione di "Airbag" di Gianni Solla

Recensione di "Airbag" di Gianni Solla



AIRBAG
di Gianni Solla


AD EST DELL'EQUATORE
Prezzo: € 8,90
EAN: 9788895797014
Pagine: 136






Maurizio sfonda le cose. Pendono a suo carico due denunce. Il certificato di una clinica che tratti il suo caso sarà utile, sostiene il suo avvocato, nella sentenza fina del processo. Per questo motivo e dopo aver distrutto il monitor del computer a calci, si ricovera spontaneamente nella Casa dell’equilibrio dove rimane poche settimane.

Poi un vuoto di sei anni. Ritroviamo Maurizio così come lo abbiamo lasciato: programmatore in una software house; abita una casa vuota, ogni tanto ne sfonda un pezzo a calci o a pugni; mangia barrette industriali da cui trae ‘sensazioni di calore’; fa uso di cerotti alla nicotina come rituale per esorcizzare l’insicurezza. Il suo dolore è rimasto impermeabile e la sessualità difficile. Ha un fratello paralizzato in seguito a un incidente stradale a cui porta una squillo una volta al mese. Per un guasto alla linea telefonica intercetta le telefonate degli abitanti del quartiere e finisce per interessarsi alla vita di una donna, Viviana, obesa e vittima della violenza del marito, incapace di reagire per paura di restare sola e per questo unica persona capace di comprendere il dolore di Maurizio.

Il suo interesse, ossessivo, si spinge fino a seguirla e incontrarla.

Gianni Solla, blogger di Hotel Messico, ha scritto questo romanzo in prima persona, si ha però la sensazione che il protagonista si osservi dall’esterno come se guardasse il film della propria vita. E con una scrittura asciutta, senza fronzoli e frasi dall’effetto ipnotico, è capace di toccare le corde del lettore fin dalle prime pagine.


Recensione di Elisa.
pescepirata





La pagina del romanzo sul sito dell'editore.

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giovedì 13 dicembre 2012

Recensione di "L'uomo che viaggiava con la peste" di Vincent Devannes

Titolo: L'uomo che viaggiava con la peste
Autore: Vincent Devannes
Neo edizioni - 2012 Prezzo: € 15.00
ISBN: 978-88-96176-12-2
Pagine: 192
Traduzione: Camilla Diez
 


Quarta di copertina:
1950. Un uomo senza nome fugge da un’Europa lacerata dalla guerra per un misterioso crimine commesso. Al di là dell’oceano c’è l’Argentina. Mentre la lotta anticomunista si sta organizzando in tutto il mondo, Albert Dallien – questo il nome che gli verrà dato – comincia la sua nuova vita in una Buenos Aires carnale e impenetrabile, rifugio di criminali nazisti, di traffici e servizi segreti deviati, dove l’unica cosa che conta è scegliere il ruolo da giocare e farlo nel miglior modo possibile.
L’uomo che viaggiava con la peste, partendo da una precisa ricostruzione storica, schizza il ritratto intimo di un’epoca che ha riciclato senza scrupoli la parte più buia della nostra storia. Con uno stile rigoroso e avvincente, Devannes traccia la parabola di un uomo segnato da una colpa oscura e dalla continua negazione della propria identità, quasi fosse lo specchio di un mondo che stentava a trovarne una.

Recensione:
di Franco Casale (Capitano Alatriste)

Interessanti quelli di Neo. E hanno le idee molto chiare su cosa vogliono pubblicare: cerchiamo opere viscerali, amorali, irriverenti, dissacranti, scrivono in calce sul loro sito. E questo L’uomo che viaggiava con la peste di Vincent Devannes di certo viscerale lo è.
Subito una considerazione: se il manuale del bravo scrittore ci suggerisce che l’incipit, ovvero le prime righe che introducono alla storia, deve catturare l’attenzione del lettore e trascinarlo dagli scaffali della libreria fino alla cassa, in questo romanzo tale regola è certamente disattesa.

Ma qui stiamo parlando di un testo complesso nella sua semplicità, ben fuori dai canoni della narrativa di genere e ritengo che la cassa non sia stato l’obbiettivo primario di quelli di Neo nel consegnarcelo. Loro, buon per noi, preferiscono investire in una linea editoriale coraggiosa tesa a fidelizzare un certo, e credo anche vasto, pubblico di lettori che non ne possono più di sentir parlare di sfumature varie e di vampiri innamorati. E questo è già un merito. (date un’occhiata alle loro altre proposte qui http://www.neoedizioni.it/neo/ ; ne vale proprio la pena)

Tutto comincia con lo sbarco di un tale che, pur essendo il narratore, non ci spiega chi è, da dove viene e perché. E se non fosse scritto sulla quarta di copertina, non si riuscirebbe neanche a inquadrare il periodo storico nel quale ci troviamo. È il 1950, e per capire che siamo in Argentina, per la precisione al porto di Buenos Aires, bisogna arrivare alla settima pagina. Bene. Quel tale, appena sceso dalla nave dopo aver attraversato l’oceano Atlantico, ne incontra un altro. Pare che lo stia aspettando. Dalle poche battute che si scambiano cominciamo a scoprire qualcosa: il tale è francese, ha imparato un po’ di spagnolo durante il viaggio, improvvisa un nome, Albert Dallien, e si affida all’altro tale che lo porta in un caffè dove incontrano un prete. Questi gli chiede se ha una certa lettera di presentazione quindi lo accompagna da una persona importante che diventa il garante della sua nuova vita senza fare troppe domande.

Così cominciano le vicende del presunto Albert Dallien in terra d’Argentina. E comincia anche la nostra avventura di lettori, un po’ disorientati, un po’ curiosi, alla ricerca di un filo narrativo rassicurante che ci permetta di capire che cosa ci sta a fare Albert Dallien in Argentina e perché è presunto, chi è la persona importante che gli fa da garante e da chi è stata inoltrata quella lettera di presentazione.
La storia si dipana lentamente, magari con un po’ di indolenza, lasciando qualche indizio qua e là, e ci costringe a rileggere per far collimare tempi verbali e salti temporali. Lo stile è asciutto, caratterizzato da pennellate descrittive rapide e intense, ora d’impressione, ora d’espressione. Vediamo solo quello che chi racconta ci fa vedere, tutto il resto è fuori fuoco, come fosse marginale. Ci vuole attenzione per mettere a posto i tasselli di una narrazione frammentata e funzionale allo stato d’animo del protagonista che dipinge cose, situazioni e persone con i colori di un distacco a volte irritante. Non si avverte passione in Albert Dallien. Le rare tracce di sentimento vero sono annacquate da un fosco senso di solitudine che fa intendere il fardello di una colpa non espiata. E le poche volte che cede alla tenerezza lo fa con quella equivoca accettazione che lo caratterizzerà per tutto il romanzo. Vorremmo provare a innamorarcene, ma lui ci disillude, sempre, con un disincanto che forse non gli appartiene, ma che comunque vive e ci impone, senza mezzi termini. Non è lui l’eroe, ci dice, anzi, di eroi, attorno a lui, non ce ne sono proprio.

Ma non vorrei svelare troppo le vicende narrate perché è bene che il lettore, come ho fatto io, si cali a suo modo nel mondo di Albert Dallien, immigrato clandestino, medico illecito, informatore, faccendiere e altro ancora, e viva le vicissitudini della sua nuova esistenza con le proprie aspettative emotive. La storia è importante, e racconta di puttane e papponi arricchiti, di scaltri funzionari e governi complici, di complotti internazionali, di trafficanti di ogni genere, di guerriglieri idealisti, di rifugiati nazisti riciclati e protetti da un sistema corrotto che funge da grande lavatrice. Tutti attori, noti o meno noti che siano, che recitano la loro parte in quel certo dopoguerra ricco di intrighi e miserie all'ombra della minaccia comunista.
E al centro di tutto lui, il nostro Albert, con un soprannome, il cane di Châtellerault, che è l’unico residuo di un passato occultato anche a se stesso, e quindi a noi, che rimaniamo in attesa. Finché capiamo che tale attesa è la chiave di lettura che aspettavamo.
In un gioco di ruolo che viene perseguito con cauto opportunismo, Albert Dallien ci racconta di quelle miserie, senza sconti, lungo un percorso di riscatto che affronta quasi con candore partendo dai bassifondi di Buenos Aires, defilandosi all’apparenza dal contesto di degrado sociale e morale nel quale si muove. E non ci rivela il suo mistero.

- Se incrocio uno specchio, non ho alcun ricordo di colui che ha utilizzato quella faccia prima di me. -

Chi è stato Albert Dallien prima di arrivare in Argentina? Cosa avrà mai fatto per essere costretto a espatriare clandestinamente? E perché nel suo racconto non c’è traccia di quei fatti?
Tutto su di lui rimane sospeso in attesa di una rivelazione. Gli eventi sono raccontati solo guardando avanti. Come se, attraversando l’oceano, Albert avesse varcato la soglia di una dimensione che ha sostituito la precedente e lo ha visto rinascere, come uomo nuovo, in un mondo nuovo.

- Sull’Atlantico il cambiamento d’emisfero è sorprendente. Le sere in cui ti annoi guardi il cielo, finché una notte non scorgi la Croce del Sud: l’immutabile è mutato. Ed è un cambiamento continuo, perché muta la misura stessa delle cose. -

Con una scrittura abile nel cambiare registro emotivo all’occorrenza e una rara capacità introspettiva, Vincent Devannes ci regala l’affresco di un’epoca controversa senza giudicarla, lasciando a noi, da bravo cronista, il compito di farlo.
Menzione speciale alla cura dell’edizione da parte di questa giovane e agguerrita Casa Editrice: una raffinata grafica di copertina e neanche un refuso di stampa. Il piacere di leggere un bel libro è anche questo. E non è da tutti.


Qui la stessa recensione sul forum con annessa discussione.

mercoledì 12 dicembre 2012

Appunti di scrittura creativa di Yukie: 6 - Il crogiolo



Sappiamo (lo sappiamo, vero?) che a muovere una storia è sempre il conflitto. Una storia in cui dall’inizio alla fine tutto va bene e tutti sono felici, da leggere sarebbe una noia mortale. Ci vuole azione per creare interesse e questa è data dal conflitto.
Il conflitto nasce da un desiderio del protagonista, che viene ostacolato nella sua realizzazione dall’antagonista. È il conflitto che coinvolge il lettore e lo induce a proseguire, per sapere se e come il protagonista realizzerà il suo desiderio. Più sono gli ostacoli lungo il cammino, più sarà interessante scoprire quali azioni intraprenderà per superarli.

Ebbene c’è un modo per inasprire il conflitto e questo modo si chiama CROGIOLO
Il crogiolo è la costrizione, fisica o psicologica, che obbliga i personaggi a stare assieme nonostante i loro desideri.
Protagonista e antagonista si odiano ma, naufragati su un’isola deserta insieme alla donna che entrambi amano, si trovano costretti a cooperare per sopravvivere. Questo sì che è interessante! La forzata collaborazione dà modo all’autore di approfondire la psicologia di entrambi: i rapporti come si evolveranno? I loro gesti saranno leali o uno dei due cercherà di sopraffare l’altro? E con la donna amata come si comporteranno?

Il crogiolo si manifesta bene quando gli antagonisti si trovano, loro malgrado, costretti a condividere lo stesso spazio vitale: la stessa cella in prigione, la stessa stanza in collegio, la stessa nave in balia di una tormenta…

Ma ci sono anche altre situazioni che creano il crogiolo: quando ad esempio tra i due nemici si mette in mezzo un terzo che li ostacola entrambi. O quando la sopravvivenza di uno è strettamente legata a quella dell’altro. Pensate a Dottor Jekyll e Mister Hide: in questo caso i due antagonisti convivono nella stessa persona!

Esercizio: Provate a inventare una situazione in cui sia presente un crogiolo.
Yukie

lunedì 10 dicembre 2012

Bollettino di navigazione, 10 dicembre, secondo anno in mare



Scrivo in vece dei capitani perché... Temo per la mia vita. Ho freddo, ho paura... Ieri sera, quelle voci, quelle luci; voi le avete viste? Io sì, e adesso... Cosa posso fare? Dovete aiutarmi... Anzi no, fuggite, finché potete... Io...

Questa settimana è con questa angoscia nel cuore che vi dico che la nave veleggia con un'apparente tranquillità nonostante il mare sia a tratti coperto di gelo. Nuovi imbarchi non ce ne sono stati. Sarà un segno dell'imminente fine?

Resta comuque da darsi da fare per non pensare alla disperazione che aleggia nell'animo: intanto è agli sgoccioli il nostro contest vincimaglietta "Vasco Rossi, il culo di Belen e il gattocane", in Area contest; ultimi giorni per partecipare. Lì c'è anche da votare il miglior racconto de "Le mille morti dell'uomo delle stelle": votate anche se non avete partecipato (davvero, se no vinco io; ci dev'essere qualcosa che non va nelle votazioni fino ad adesso). Poi manca poco anche per l'elezione del miglior racconto del mese di novembre in Spazio autori; lo so, sono tanti, ma hanno il pregio migliore dei miei racconti: sono corti.
Sempre in spazio autori potete leggere due nuovi lavori, più la conclusione del giallo parigino a puntate.

Il terrore ancora aleggia: proviamo con un concorso (con premio a dobloni) in Gazzetta dei concorsi; oppure con il bestiario fantastico in Scrittura collettiva; se no in Allenamento c'è il "racconti di note" che ha ripreso vita.

Oppure editare due nuovi lavori in Editatemi, o i lavori sempre in corso di Peta ed Elisa in Scrittura assistita? Ohhhhh, come soffro; sarebbe stato meglio non tia vessi mai conobbi (cit.)

Potrei fuggire da questa nave, che mi blocca il cuore, l'anima, le membra... in Festival si parla di un reading a Padova... Ma no, tutto è perduto, lo so. Mi troverò un angolo fetido in cui raggomitolarmi in posizione fetale ad aspettare l'inevitabile. Giusto il tempo di andare in tecnica ad aspettare il nuovo spunto di Yukie, da non perdere prima della dipartita finale.

Visto il mio stato d'animo, a questo punto, vi aspetterete io non dica più nulla. E invece vi frego tutti, e in punto di dipartita sussurro mesto mesto: alla via così!

Addio.


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lunedì 3 dicembre 2012

Bollettino di navigazione, 3 dicembre, secondo anno in mare



Scrivo in vece dei capitani perchè stanno cominciando a millantare scuse sempre più improponibili: salta fuori che questa settiamana Anne è all'estero (e a questa ci posso anche credere), ma addirittura che Black ha degli impegni di lavoro (AHAHAHAHAHAHAHAH, Black, sei davvero una sagomaccia!). Quando mi fanno così ridere non posso fare a meno di volergli bene.

Questa settimana il nuovo equipaggio si è dimostrato all'altezza: non sono tutti spariti come al solito una volta ritirato il doblone di anticipo sul primo mese (a proposito, capitani, sicuro che sia saggio pagare il primo mese in anticipo? Ah, i dobloni li fate con le patate schiacciate che peliamo di continuo? Adesso capisco molte cose). Quindi anche questa settimana si fila via veloci come la penna di Bruno Vespa.

Ma due nuovi imbarchi non mancano, salutateli con uno Jodel (visto il vento ghiacciato) in Giuramento

Questo mese poche chiacchiere: se avete freddo e vi trovate in Taverna potrete sentire parlare di esperienza, del perchè il pesce è stato rosa e di amenità varie.

Invece è stata una settimana di grande attività: in Area contest, oltre al contest 'Vasco Rossi, il culo di Belen e il gattocane' tutt'ora in corso, si è chiusa la sfida 'Le mille morti dell'uomo delle stelle', per il quale è attiva la votazione.

In Allenamento abbiamo rispolverato una vecchia sfida (o almeno così era nata) riguardo la scrittura di un racconto a partire dalla musica. In Scrittura collettiva si propone un bestiario fantastico e in Spazio autori accanto a due nuovi racconti da leggere si propone un racconto di sei parole, oltre a essere attiva la votazione per il racconto del mese di ottobre. Chi vincerà?

E ancora in Scrittura assistita sempre attivo il romanzo di Elisa, cui si affianca quello di Peta. Continuano inoltre le discussioni sul primo romanzo finito in collaborazione con il forum, un'esperienza di indubbio interesse.

Insieme a quattro nuovi Libri sul comodino recensiti (più o meno), rimangono a questo punto in tecnica gli spunti di Yukie, il nuovo che arriverà come i vecchi che attivano sempre sempre nuove discussioni.

Fatto? Votato? Non vi abbiamo nemmeno chiesto due euro, visto? Siamo o non siamo la nave più generosa dei sette mari? Siamo o non siamo i più famelici pirati letterari del web? I più sacripanti, reprobi, mendaci, iniqui filibustieri? Solo perchè siamo gli unici? Non è vero! Ma siamo gli unici a gridare: alla via così!

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