martedì 1 gennaio 2013

Un cuore buttato


Neonato trovato nel water di un fast food

ANSA: Ha partorito in un bagno di un Mc Donald's di Roma, poi lo ha gettato nel water ed è scappata via. Il piccolo è rimasto per nove lunghissimi minuti nell'acqua prima di essere scoperto e salvato da un dipendente del fast food allarmato da due clienti ancora sotto shock per la scena alla quale si sono trovate di fronte. In ospedale l'hanno chiamato Emanuele, pesa piu' di tre chili ed e' in discrete condizioni, considerando quanto ha gia' passato.

Anna correva nel buio con la sola vestaglia, senza sentire il freddo né il dolore ai piedi scalzi.
Sentiva solo il sangue colarle tra le cosce e rimescolarsi alla sua colpa, al suo fiato, al suo sudore, al mulinnello scomposto delle gambe; tutto si ingarbugliava ai suoi pensieri in un turbine senza forma, che scivolava via sull'asfalto.
Suo padre glielo diceva sempre: sai solo fare delle cazzate, mai che ne combini una giusta. Merda, quella volta ne aveva fatte anche troppe di cazzate, anche troppe.
Adesso però stai concentrata Anna, corri verso la discarica. Non cadere, Anna, cazzo non svenire adesso, ormai ci sei.
Tutte quelle pasticche, ieri sera alla festa; il fumo, o forse l'alcool, forse tutto insieme; incinta, cazzo. E poi quell'idea, e l'aveva fatto, davvero.
Non si ricordava neanche più. Tutto si confondeva... Ma adesso non cadere, il cancello aperto, ecco, rimani lucida. Adesso devi rimediare, forse non è tardi.
L'aveva buttato nel camion, un'ora prima, avvolto in un sacco di vestiti. No, no, non per soffocarlo... inconsciamente l'aveva avvolto per proteggerlo; davvero...
Anna si sentiva consumare; il sangue, la vita, le forze fuggire via. Mi sto disintegrando, pensò, così non rimarrà niente di me quando arriverò.
E invece arrivò alla distesa di rifiuti e le vide: le luci dei fari del camion della spazzatura.
Anna cominciò a camminare sul pattume tenendosi il grembo per il dolore. Il camion cominciò a versare il suo contenuto.
Così l'avrebbero ucciso!
- NO! - Urlò più forte che potè, piegandosi sulle ginocchia, mentre suo padre le urlava nelle orecchie: sei solo una puttana!
Il camion era lontano, troppo lontano. Ma si fermò.
Anna si spazzò con la manica della vestaglia le lacrime che le stavano oscurando la vista. Riprese a correre, arrivò a vedere l'uomo accanto al camion, lo raggiunse.
Quello non la guardò nemmeno, stava rovistando tra i rifiuti.
Quando Anna gli fu accanto, l'uomo tirò fuori qualcosa. Anna spalancò la bocca ma non riuscì a gridare: l'uomo aveva in mano un braccino; mano e mezzo avambraccio.
Anna cadde sulle ginocchia, le lacrime di nuovo gli riempirono gli occhi, la testa girò: sei solo una combina cazzate, troietta!
Per un attimo tutto fu buio poi una mano la scosse: - Signorina!
Una forza la sollevò mentre tornava a sentire, a vedere. L'uomo la stava tenendo, sorrise: - Signorina, guardi, è solo una bambola.
Anna si spazzò gli occhi, guardò il braccino che l'uomo le porgeva, assieme alla testa di plastica, al corpo e al vestitino.
Anna sentì le forze tornare; seguite dalla voce nella testa: fossi almeno capace di sistemare i casini che combini, troietta!
Questa volta no papà, questa volta sistemo tutto: - Presto, c'è un bambino, uno vero! In un sacco blu, lì in mezzo!
- Ma cosa dice...
- Sì, l'ho... gettato io... ma adesso mi aiuti!
Si misero a cercare con rabbia. Poco dopo trovarono il fagotto, ancora sul camion. I vestiti in cui era avvolto attutivano i vagiti, ma avevano tenuto vivo il bimbo. Il pianto li investì quando il piccolo venne liberato.
L'uomo prese il corpicino e salì sul camion. Anna fece per seguirlo ma quello la fulminò con lo sguardo dell'angelo giustiziere: - Signorina, lei stia qui, le mando un'ambulanza. Ha perso troppo sangue.
Il camion partì e Anna si sdraiò tra i rifiuti, sola nel buio.







MasMas


Stile: racconto ispirato
Notizia principale: http://www.ansa.it/mobile/fdg/8008432.html

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