lunedì 5 agosto 2013

Intervista a Tiziana Rinaldi

La nostra formidabile Yukie intervista per PescePiratA KIDS Tiziana Rinaldi, illustratrice, scrittrice e tanto altro.







A volte è una nave che passa lontana. Un bosco segreto. Un piccolo gruppo di case. Un fiore.
Altre volte sono invece stralci di frasi sentite per caso. Una certa atmosfera mista di silenzio e di attesa. Una poesia. Una storia. La strofa di una canzone.
Sono le cose semplici quelle che ispirano le mie tavole. Quelle che vediamo e sentiamo ogni giorno. Le porto con me, nel mio studio, e lì le trasformo. Creando tavole coloratissime, bizzarre, poetiche.
Nascono così i miei dipinti, opere originali in tecnica mista, in cui fondo realtà e mondo onirico.



Questa bellissima autopresentazione è di Tiziana Rinaldi, artista nata in Toscana ma residente in Liguria, dove da più di dieci anni si occupa di arte a tempo pieno. I suoi lavori sono esposti in mostre personali e collettive e molte delle sue opere si trovano in collezioni private in Italia e all’estero. Accanto alla ricerca pittorica si dedica anche all’illustrazione, con all’attivo numerose pubblicazioni.
L’ho avvistata mentre la “Pescepirata” toccava le coste liguri e l’ho invitata a salire sulla nave per una chiacchierata.


Benvenutissima Tiziana, sediamoci qui in coperta che fa più fresco. Posso offrirti una pinta di rum? Un cartoccio di patate fritte? Un racconto da illustrare?
Uh, ma che belle tavole che hai portato, adesso le espongo sul ponte. Intanto, se sei comoda, possiamo iniziare l’intervista.
Ah, ma come si sta bene qui! Grazie dell'accoglienza, versa il rum e andiamo ad iniziare.


Tu nasci come pittrice, giusto? Come sei arrivata all’illustrazione di libri per bambini?
Dunque… ho iniziato la mia attività artistica nel 1995 come pittrice, dopo aver frequentato i Corsi Liberi dell’Accademia Ligustica di Belle Arti. Ma l’illustrazione è arrivata talmente dopo poco tempo, che posso dire siano stati due percorsi paralleli.
E’ accaduto che, appena concluso il percorso accademico, una scrittrice locale di mia conoscenza stesse pubblicando un libro di favole con un editore genovese, ed entrambi stessero cercando illustratori per il progetto. Fu direttamente la scrittrice a chiedermi se intendessi partecipare, rinviandomi poi a colloqui con l’editore. Le mie tavole piacquero, mi venne così assegnato questo primo lavoro - condiviso con altre tre illustratrici. Riguardandolo con gli occhi di adesso il mio segno era ancora molto immaturo, l’esperienza in questo caso significa davvero tanto, e io non ne avevo affatto. Provo però tenerezza e affetto per quelle prime tavole in cui riconosco tanti debiti verso gli illustratori miei preferiti di quel periodo e un’assoluta immaturità del mio segno personale. A quel libro seguì un secondo, poi un terzo, sempre con la stessa scrittrice e lo stesso editore. Subito dopo queste prime esperienze arrivarono, sempre in modo fortuito, i contatti con l’allora nascente casa editrice foggiana Mammeonline che si affacciava nel settore dei libri per bambini e ragazzi con entusiasmo e ricerca qualitativa, focalizzandone, specie in quelle prime opere, una nicchia specifica socialmente rilevante: i bambini nati tramite fecondazione assistita e i bambini adottati. Trovandomi adatta a quel tipo di progettualità, ne sono diventata, in quei primi anni, illustratrice di riferimento, fornendo il mio contributo grafico alla pubblicazione di diversi volumi, alcuni illustrati interamente, altri con un numero limitato di tavole o anche la sola copertina; partendo da quei primi testi tematici, il percorso si è poi snodato attraverso libri di narrativa, filastrocche, albi illustrati, con una varietà indirizzata ad età che vanno dai 3 anni fino all’adolescenza. Tuttora il mio percorso di illustratrice prosegue, seppure in questo ultimo periodo ho preferito dedicarmi maggiormente alla pittura e alla scrittura.

I libri per bambini sono divisi, giustamente, per fasce d’età: le parole devono adattarsi allo sviluppo cognitivo dei lettori. Vale anche per l’illustrazione? Secondo te ci sono immagini più adatte a bambini piccoli e altre destinate ai più grandi, oppure il disegno ha un linguaggio trasversale, che comunica tanto ai piccoli come ai grandi? Tieni conto dell’età del lettore a cui è destinato il racconto, per illustrarlo?
Domanda molto interessante... C’è una certa diatriba, nell’ambiente, sull’argomento, con una piuttosto netta divisione tra chi pensa che qualsiasi tipo di segno sia adatto ai bambini, chi invece preferisce che le immagini per bambini debbano avere particolari canoni. Mi colloco prevalentemente nel primo gruppo, ovvero penso che i bambini siano troppo spesso sottovalutati, avendo invece la capacità e la fantasia necessarie per poter comprendere ogni tipo di segno. Non tengo quindi particolarmente conto dell’età cui è destinato un libro, ma mi concentro più sulla storia: questa mi indicherà quale linguaggio grafico utilizzare.
Ci tengo però a sottolineare che seguo un mio filo personale per creare immagini, cercando di trasmettere un senso di positiva armonia pure in storie forti o tristi, e non amo usare espressioni violente o un linguaggio espressivo crudo, neanche per gli adulti; forse anche per questo non cambio particolarmente il mio registro espressivo a seconda delle età di riferimento: ciò che desidero trasmettere alla fine è sempre, per quanto mi è possibile, un messaggio di bellezza, di luminosità, di grazia.



Cosa ti ha spinto a diventare anche autrice? 
Ho sempre scritto. Diari, racconti, annotazioni fittissime durante i viaggi... La scrittura è sempre stata, accanto al disegno, un prediletto mezzo espressivo. Mentre però, per quanto riguarda il disegno, ho sin da subito reso pubblico ciò che creavo, per un lungo periodo ho ritenuto la scrittura qualcosa di intimo, da tenere per me. E’ stato con la nascita del mio blog, che ho iniziato, molto timidamente, a rendere pubblico anche questo mio lato. L’interesse e l’apprezzamento per ciò che offrivo mi hanno dato il coraggio e gli spunti per continuare, fino ad arrivare alla pubblicazione di un racconto, nel libro Ancora una (Ed. Mammeonline), e di alcune filastrocche, nel libro Strocca che Fila (Ed. Mammeonline).
C’era però una certa bambina che vive su un’isola, che da troppo tempo stava aspettando il suo turno, diventando sempre più impaziente. Questa bambina ha il nome di Ninablu e le sue avventure, scritte in un lungo lasso di tempo, sono diventate il mio primo libro completo (testo e illustrazioni).




Quali sono le similitudini tra il linguaggio scritto e quello visivo? E le principali differenze che hai trovato?
Non trovo differenze tra scrivere, illustrare o dipingere. Utilizzo gli stessi canali per tutte e tre le attività (ne aggiungo anche una quarta: fotografare) mettendole tutte sullo stesso piano e utilizzando la stessa finalità: raccontare una storia. Così che io dipinga, illustri, fotografi o scriva, sarà sempre una storia che ho in mente, con il suo inizio, lo svolgimento e la fine; e sarà quella cui fare riferimento nell’aggiungere anche ogni più piccolo particolare, che sia un segno grafico, un colore, una frase, la luce di uno scatto.

Secondo la tua esperienza, cosa preferiscono leggere i bambini?
Ai bambini piace divertirsi, emozionarsi, sognare, indignarsi di fronte alle ingiustizie... proprio come a noi adulti, anzi, forse a volte anche con maggior intensità. Non penso che abbiano bisogno di libri educativi, ma di belle storie, scritte con cura, con passione. In ogni storia, anche in quelle apparentemente solo divertenti, ci saranno poi spunti su cui riflettere, sia da soli che assieme ad adulti di riferimento.

Credi che con le giuste parole e immagini si possa affrontare, in un libro per bambini, qualunque argomento?
Sì, certamente. Anche i più difficili, come la sofferenza, la morte, le ingiustizie. Siamo noi adulti a volerli proteggere in una sorta di bozzolo. Amo molto il modo in cui crescono i bambini in campagna: liberi di vedere la vacca che partorisce, l’uccellino ferito dal gatto, la biscia morta. I bambini sono tremendamente curiosi, fanno e si fanno di continuo domande, anche scomode, cui è possibile rispondere anche attraverso i libri. Infine ogni sentimento fa parte dell’esistenza, negarne alcuni aspetti, mostrare solo un lato della medaglia, è impedire loro di vivere armoniosamente la totalità di emozioni e sentimenti che ci dona la vita.




Andiamo su aspetti più tecnici: chi decide la fascia d’età a cui è destinato il libro: l’autore, nel momento in cui scrive, o la casa editrice che lo inserisce in una data collana?
Penso sia una sinergia. Non credo che l’autore, quando inizia a scrivere, abbia in mente una fascia d’età ben precisa. Almeno, per quanto mi riguarda, come dicevo più su, io ho sempre e solo in mente una storia. Una volta scritta, e dopo averla mostrata alla casa editrice, se adatta alla pubblicazione decideremo assieme l’età più adatta ai suoi lettori.

Che consiglio daresti a chi vuole iniziare a scrivere o a illustrare libri per bambini?
Il primo consiglio è: amate profondamente ciò che fate, ciò che offrirete. Amate ogni minuto che impiegate a creare, amate profondamente il prodotto finito, ma allo stesso tempo siatene giudici feroci e imparziali. C’è una concorrenza spietata oggi, ma io penso ci sia sempre posto per tutti coloro che diffondono il bello: una bella storia, bei dipinti, curatissime illustrazioni. Siate sempre obiettivi, scartate ciò che non convince per primi voi. Siate professionali: dedicate ore, giorni, mesi al lavoro, trattandolo proprio come tale, con cura, impegno, studio, onestà. Non scoraggiatevi di fronte ai rifiuti: ci saranno, ma sono il più delle volte salutari. Riprendete in questo caso il vostro lavoro in esame e cercate di capire come può essere migliorato. Siate lettori e osservatori onnivori, curiosi e instancabili: da tutti c‘è da imparare. Seguite però poi sempre la vostra voce, che è l’unica che potrà rendervi riconoscibili e indimenticabili. Infine, abbiate cura voi per primi del vostro lavoro: informatevi sui vostri diritti, di modo che, in caso di pubblicazione, o comunque di un lavoro commissionato, possiate avere ciò che vi spetta, sia dal punto di vista economico, sia legale.





Il più bel commento che hai ricevuto da un bambino sui tuoi lavori?
Adoro essere commentata dai bambini :D Sono osservatori generosi, e sia nel bene, che nel male, dicono sempre quello che pensano - e per fortuna!
Ti racconto due commenti:
- Il primo risale al 1996 anno in cui stavo esponendo per la mia prima mostra personale a Portofino. Avevo, tra le altre cose, una serie di piccoli dipinti coloratissimi rappresentanti buffi esserini, esposti all’esterno della galleria. Stavo osservando i passanti, quando vidi un papà col suo bimbo sulle spalle. Già da lontano il piccolo cominciò ad indicare con il dito i dipinti, chiedendo al papà di avvicinarsi, li guardò attentamente tutti, poi rivolgendosi a me disse: che bellissima fantasia hai! Beh, credo che questo detto da un bambino abbia un valore immenso.
- Il secondo mi è stato raccontato da una delle lettrici che stanno animando Flashbook-letture a ciel sereno. Il libro in lettura era il mio La strada di Miro (Ed. Mammeonline), il commento che mi è stato raccontato è quello di Livia, 6 anni, che sul finire della lettura si stropiccia gli occhi e dice: “mi stanno uscendo le lacrime..."

Finisce qui l'intervista (e il rum!). Che dire, Tiziana? Ti ringrazio tantissimo per il tempo che ci hai dedicato e i bellissimi spunti di riflessione che ci hai offerto. C’è qualcosa che vuoi aggiungere? (alla Marzullo: fatti una domanda e datti una risposta ^_^)
Non ho domande da farmi nemmeno particolari proclami :) 
Aggiungo solo un sentito ringraziamento a te e tutti voi di Pesce PiratA e un sincero Buona fortuna! a chiunque stia leggendo adesso.
Qualunque sia il vostro sogno, possiate realizzarlo.
Chè un sogno realizzato rende felice il mondo intero :)

Yukie

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